Nel presentare la nuova stagione 2008-2009, vorrei provare oggi a definire una volta per tutte il “target” di Willoworld e di tutte le manifestazioni virtuali che porto avanti da un pezzo a questa parte. L’ho già fatto in passato, ma le cose cambiano, si evolvono e alla fine non sono mai le stesse. La mia evoluzione come uomo e comunicatore è stata possibile anche grazie a questa idea; non siamo mai quelli del giorno prima. Non bisogna approfittarsene però. Il cambiamento deve essere giustificato, altrimenti alla fine uno fa come gli gira, ogni giorno in un modo diverso. Una posizione quanto mai incoerente.
Ma se si accetta l’esperienza e la facciamo fluire attraverso le nostre conoscenze ed emozioni, è indubbio che questa ci trasformi. Se resistiamo a questa trasformazione, l’esperienza risulta sprecata.
Willoworld nasce come archivio di materiale privato e si trasforma nel 2007 in un work-in-progress di libero accesso. L’intento è quello di coinvolgere alcune persone che per anni hanno condiviso insieme svariate passioni, dalla letteratura alla musica, dalla politica al gioco di ruolo. Nascono giornali virtuali, album fotografici, esperimenti di blogging. Il mio intento primario è quello di stimolare la gente a creare, perché credo fermamente che sia un ottimo esercizio per rimanere vicini alla propria purezza. Il creare nel segno del gioco, un processo esente da condizionamenti quali ambizione, successo, fama, riconoscimento. Per questo motivo adopero il creative commons license e abbraccio la filosofia del copyleft.
Internet è stata la terza rivoluzione informatica, dopo stampa e televisione, ma credo stia anche diventando la seconda rivoluzione della fruizione dell’arte, dopo quella della riproducibilità dell’opera (avvenuta nel secolo scorso e in quello precedente attraverso la fotografia, il cinema, e i supporti musicali). La rivoluzione della riproducibilità ha permesso a tutti di godere dell’arte. Con internet e le sue molteplici funzioni, tutti possono diventare degli artisti (nel senso di comunicatori di rappresentazioni grafiche, narrative, musicali ecc…) e dare sfogo liberamente alla propria creatività.
Vorrei farvi partecipi di una mia visione profetica del modo in cui percepiremo l’arte in futuro. Tutta l’idea di Willoworld gira attorno a questa visione, ovvero la decentralizzazione del mito. Si creeranno gruppi sempre più ristretti, miniculture di sottoculture nelle quale fermenteranno gli artisti. La fruizione delle opere non sottostarà più al copiright e le corporation che sponsorizzano gli idoli di grande impatto mediatico dovranno alla fine inchinarsi alle possibilità tecnologiche di riproduzione. Mentre gli idoli del grande schermo rimarranno a fare la pubblicità alle bibite gassate, in rete fioriranno le sottoculture che daranno alito a nuove correnti artistiche. I piccoli gruppi si autofinanzieranno e autocelebreranno, con incontri, concerti, raduni, concorsi. In realtá tutto questo sta giá succedendo. Qualcuno cercherà di incanalare nel vecchio sistema questo nuovo dirompente modo di vivere l’arte. Forse ci riuscirà, o forse impareremo sempre di più a leggere il mondo fuori dalle righe. Il cambiamento è possibile solo se non abbiamo paura di cambiare noi stessi.
Utopia? Probabile. Io ho sempre amato questa parola. Intanto i miei progetti vanno avanti. C’è ancora molto da dire, molto da raccontare. Ho un milione di storie che mi aspettano. Desiderano uscir fuori, raggiungervi.
Incomincia la nuova stagione di Willoworld; 2008-2009. Ne vedrete delle belle!
Clikka per ingrandire la cartolina ufficiale di Willoworld
… e io ti seguo in questo dungeon superwillo…
Credo sul serio, che per fare quello che stai facendo ci voglia coraggio e una buona dose di volontà nel mettersi sempre in discussione. Certo è più facile nascondersi come struzzi, ficcando la testa sotto la sabbia. Non ci accorgiamo però che così facendo rimane esposta un’altra parte del nostro corpo.
Viviamo parzialmente in rete… e perchè no?! Pochi altri posti sono abbastanza larghi per noi. La vastità di internet, questo zoo mediatico multiculturale, pazzo e colorato, credo che ci permetta di avere una visione più ampia, quando poi distogliamo la testa dallo schermo per tornare a vivere quella che viene chiamata realtà.
Il progetto-portale con tutte le sue realtà che stai portando avanti, credo che sia davvero sintomo di mutazione. Permette di ricordarci come eravamo il giorno prima per crescere un po’ il giorno seguente.
Chiamatelo sfogo, malattia, fuga, creazione… Chiamatelo gioco, sindrome di Peter Pan. Chiamatelo informazione, scazzo, lazzo, pazzia e voglia di agire…
Chiamatelo come vi pare… Io lo chiamo Willoworld…
E penso proprio che continuerò a seguire questo folle coniglio bianco….
Sarà mica il biscottino che ho mangiato a farmi stare male?
Intanto vorrei premettere che in studi portati avanti per ben 80 aani non hanno mai riportato come risultato neanche un singolo caso in cui uno struzzo abbia nascosto la testa sotto la Sabbia!!!
Dopo questa doverosa precisazione, Quoto quanto detto su Charles!!!!
Anche io ti seguo in questo lungo esperimento con il tempo che mi e’ disponibile, giusto il fine settimana mi sono messo al lavoro con una presentazione spero di riuscire a terminarla per poi postarla sicuramente ti fara’ piacere!!
Io non sto dietro a nessuna sindrome di Peter Pan noi siamo una casta a parte siamo giocatori di Ruolo e per tanto dobbiamo giocare, nel momento in cui smettiamo Moriamo!!! Un po’ come gli Squali!!! (questo invece e’ documentato!!!!) 😀
scusate se il post sembra scritto da un Drogato ma mentre lo scrivevo parlavo al telefono di Lavoro!!!!!
Miracolo della Skizofrenia!!
Hey 80 anni di recerche sugli struzzi? Ti sei documentato? Wow meglio del bosone di Antani…
…comunque si chiamano allegorie
https://isilenti.wordpress.com/2008/09/15/le-cose-importanti-da-sapere/