IL PROGETTO INSURGENTES

Pubblicato: 5 novembre 2008 da Willoworld in 1, MUSICA
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Insurgentes é il primo lavoro da solista di Steve Wilson, uno dei musicisti che amo di piú in assoluto. Leader di band quali Porcupine Tree e Blackfield, ma anche collaboratore di Opeth, Anathema e altri gruppi progressive, Wilson si è affermato lentamente, un passo alla volta, lavorando sodo e senza mai vendersi. Una carriera ormai ventennale, uno stile, il suo, facilmente riconoscibile per quell’approccio melanconico-sognante (ma anche graffiante) di cui la sua musica è ricca.
Non ho ancora ascoltato il disco, che per altro non è più possibile ordinare perché è già sold-out. La tiratura era limitata e l’edizione da negozio uscirà forse nel 2009. Mi auguro che presto sarà comunque possibile trovarlo in rete.

E proprio su questo punto vorrei soffermarmi, perché tutto il progetto Insurgentes, sviluppato insieme al regista Lasse Hoile e a Susana Moyaho, è un messaggio contro la nuova cultura del download e dell’mp3. L’opera completa infatti include, oltre alla musica, un reportage di 120 fotografie e seguirà un documentario che vedrà la luce in primavera. Il senso è quello di proporre un oggetto di qualità, godibile fino in fondo solo se assimilato nella sua forma originale, e non attraverso una misera copia digitale.

Wilson dice: “La mia paura è che la nuova generazione di ragazzi, nata in questa rivoluzione informatica e cresciuta con internet, cellulari, i-pods, downloads, american idols, reality show, prescrizioni di psicofarmaci e playstation, venga distratta da quello che è realmente importante nella vita, ovvero sviluppare un senso di curiosità verso ciò che si trova fuori.”

In passato ho manifestato molte volte il mio compiacimento verso la cultura dello sharing musicale e ho criticato il legame feticista che lega l’ascoltatore al pezzetto di plastica (cosa che ho sofferto anche io per molti anni). Ciononostante riconosco ancora il valore dell’oggetto, quando lo merita. Credo che un regalo come questo possa davvero meritare.
Eppure sono convinto che Insurgentes rimarrà un fenomeno separato, l’ennesimo tentativo di tornare alle origini, come hanno fatto altre band attraverso espedienti simili, digipack, vinili, superconfezioni e via dicendo. La nuova cultura non la puoi fermare. La tecnologia va a cento all’ora, e i ragazzi sono i suoi primi target.

La riflessione fatta da Wilson e dal suo progetto è interessante, ma è fine a se stessa. Credo ancora che l’unica alternativa allo sharing sfrenato sia la musica dal vivo. Alla fine è la performance sul palco l’espressione più vera del musicista.
Per quanto riguarda la rivoluzione tecnologica… aspetteremo i concerti olografici…
…in streaming!!!!!

VAI ALLA PAGINA DI INSURGENTES: http://www.insurgentes.org/

ASCOLTATE L’ALBUM A QUESTO LINK

FONTE ARTICOLO: The Colony of Slippermen

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