Archivio per la categoria ‘INTERVISTE’

foto9grande_25003Marco Travaglio vive a Torino, però tutti i giovedì scende a Roma per partecipare ad Anno Zero un programma di dibattito politico in onda su RAI 3. Abbiamo preso appuntamento per la mattina seguente nell’hotel dove di solito alloggia, nel quartiere Prati. Il giornalista più critico d’Italia appare in reception con faccia assonnata ed un quarto d’ora di ritardo così come imposto dall’etichetta nazionale.

Dopo aver pagato il conto, afferra un paio di quotidiani, ordina la colazione e usciamo in terrazza. Con un solo caffè ed un paio di cornetti si sveglia del tutto e comincia con quello che sa meglio fare: mettere il dito nella piaga della sempre più confusa realtà politica italiana. Una realtà teatrale, irreale, ipermediatica, racconta, “il regno della superficialità e della menzogna”.

La colpa a suo giudizio è soprattutto “dei giornali, che imitano la televisione e tentano di competere sulle banalità, mettendo in gioco un sistema molto sofisticato, studiato perchè venga dimenticato tutto, come un tritatutto. Le polemiche durano appena 24 ore, dopo svaniscono. Se un politico fa una battuta, si riporta la battuta piuttosto che la notizia. Se non c’è la battuta, non si parla neanche del contenuto. Dicono che il problema dei giornali è la carta, ma il problema è quello che si scrive sulla carta. Laureato in Storia Contemporanea, Travaglio, 44 anni, è stato allievo di Indro Montanelli a ne “il Giornale” per sette anni. Oggi firma un editoriale sull’Unità , pubblica ogni lunedì un video (Passaparola), nel blog antipolitico di Beppe Grillo. Per raccontare le verità scomode al paese utilizza uno stile più che torinese, gelido, che gli somiglia. Non batte ciglio nè alza la voce.

Con l’Italia impantanata tra le barzellette del Cavaliere e la vaga retorica di una sinistra ossidata, il suo giornalismo di precisione è diventato una rarità, una forma di ribellione. Forse per questo ha realizzato 80 atti di uno spettacolo teatrale, “Promemoria”, nel quale snocciola la tragicomica storia recente del paese in un monologo di tre ore e un quarto.

Sulla sola base di un archivio e di un’ironia feroce, Travaglio fa pensare e divertire un pubblico che esce dal teatro in trance, proprio di chi ha visto la luce. “Non è merito mio”, dice. “In Italia il passato non esiste. Per questo quando racconto quello che è successo appena due anni fa sembra rivoluzionario e la gente ti guarda come se guardasse a un pazzo”. Denunciato “30 o 40 volte” per diffamazione nei tribunali civili da Berlusconi e dai suoi compagni, anche se non è stato tuttavia condannato penalmente, ha da poco vinto il Premio per la Libertà di Stampa dell’Associazione dei Giornalisti Tedeschi, per il suo “coraggio e senso critico”. Ha appena rieditato il suo libro “La disperazione dei fatti”, con il sottotitolo “Si prega di abolire le notizie per non molestare le opinioni”, in cui critica i mezzi di comunicazione.

L’aereo per Torino parte tra un’ora, l’incontro volge al termine, lo aspettano i suoi due figli. Prima di andarsene, Travaglio spiega come Berlusconi ha sostituito Andreotti nel ruolo di grande intoccabile. “Controlla quasi tutti i giornali, la televisione, la pubblicità o il cinema. Per questo l’Italia si capisce meglio dall’estero che da dentro. Ci ha imposto la sua arretratezza culturale, la sua scala di antivalori e la sua forma di vita”.

Nello stesso momento passa un giovane, si ferma ad ascoltare e dice: “Pienamente d’accordo. Continua così”.

Fonte: El Paìs

Saluti

INTERVISTA A GANO

Pubblicato: 27 febbraio 2009 da Willoworld in GIOCHI, INTERVISTE, NARRATIVA
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In attesa della prima pubblicazione ufficiale, in uscita a marzo, Willoworld intervista Gano, poeta ubriacone. Un personaggio tutto da scoprire!

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DA QUANTO TEMPO COMPONE POESIE?

Ero piccino. Mio padre mi picchiava ed io mi vendicavo con la penna. È stato utile, come una specie di rito voodoo. Alla fine il vecchio è crepato!

QUANTA VERITÁ SI NASCONDE NELLE SUE OPERE?

Mah, la verità è una cosa strana. Ognuno c’ha la sua. Quello che scrivo è tutto assolutamente vero, ve lo posso assicurare, perché viene da dentro di me. Alcuni scrivono col cuore, altri con la mente. A me piace scrivere con tutto il corpo, specialmente con quegli organi un po’ bistrattati, tipo il pancreas, ad esempio. Vengono delle poesie meravigliose col pancreas!

SI RITROVA PIÚ NEL RUOLO DI POETA O DI SCRITTORE?

Poeta? Scrittore? Non si offenda, ma a me non sono mai piaciute le etichette. Scrivo perché mi và. Ogni tanto esce una rima, mi piace e la lascio. Altre volte mi vengono in mente delle storie e le butto giù, come quando sono al bar e le racconto agli amici.

COSA LA SPINGE A SCRIVERE?

A otto anni mi spinse mio padre, poi è stata tutta discesa. Voglio dire, ogni cosa che mi capita, bella, brutta, noiosa, eccitante, merita di essere descritta oppure omaggiata. Ho scritto molto in passato, ma non mi sono mai interessato di conservare le cose che scrivevo. Molte poesie sono diventate carta straccio, foglietti lasciati nelle camere d’albergo insieme ad un paio di bottiglie vuote. Nessun rammarico. Scrivere è una medicina, e una volta presa non c’è bisogno di conservare la confezione, non so se mi spiego…

L’ASSOMIGLIANZA CON BUKOWSKI È QUASI SCONTATA. COSA NE PENSA DEL FATTO CHE I SUOI LETTORI LA VEDANO COME UNA VERSIONE ITALIANA DEL NOTO SCRITTORE AMERICANO?

Non può che farmi piacere. Charles è stato il promotore della poesia di strada. Avventure sconce, borderline, ma sempre con una grande vena poetica. Però non mi ispiro a lui, perché non ho alcuna aspirazione. Quello che faccio lo faccio perché mi và.

HA MAI PENSATO DI SCRIVERE UN ROMANZO?

Non ne sarei capace. Non ho la disciplina necessaria per affrontare un progetto simile. Potrei iniziarlo e perdermi tutti gli appunti dopo una settimana di lavoro. No, il racconto e la poesia sono le giuste misure per me.

COSA CI PUÓ DIRE DI QUESTA RACCOLTA CHE STA PER USCIRE?

Non ne so molto. La Edizioni Willoworld se ne sta occupando. Prima scrivevo su carta, adesso alcuni amici mi fanno scrivere sui loro computer e poi mettono i lavori su internet. Per questo motivo non vengono perduti. La Edizioni Willoworld mi ha detto che vuole riunire il materiale pubblicato fino ad ora in un piccolo libricino. Per me va bene. Non ho aspirazioni, come ho già detto.
Il titolo dovrebbe essere “Un mondo a gambe aperte”. È anche il titolo di uno dei miei scritti, che presto apparirà su queste pagine.

I VOSTRI PROGETTI FUTURI?

Andarmene al bar a farmi un goccetto (ridendo).

GANO HOMEPAGE

lapr_10745671_28280Voglio riportare la lettere di Gabriella Nuzzi, Pm di Salerno trasferita dal CSM su pressioni del ministro della giustizia Alfano.
Probabilmente l’inchiesta avviata da De magistris (Why Not) è bollente altrimenti non si spiegherebbe una così ripetuta intromissione politica. Iniziò con il governo di centro sx con l’allora ministro Mastella e oggi conclusa dal il ministro del PDL Alfano.

Quell’inchiesta è stata come un un traliccio elettrico con la sbarra MORTE! Chi tocca muore.
Hanno cacciato il magistrato De Magistris, la collega Forleo rea di avergli portato solidarietà, il giornalista Vulpio che si occupava del caso, i tre Pm di salerno che avevano scoperto un complotto ai danni di De Magistris… Non dimenticando che il tribunale del riesame ha smentito clamorosamente il CSM in quanto ha stabilito che la procedura adottata dai Pm di Salerno è stata impeccabile. Stessa cosa non si può dire dei colleghi di Catanzaro che hanno violato le regole in quanto non potevano a loro volta aprire una indagine contro i Pm di Salerno. Avrebbero dovuto sporgere denuncia alla procura competente, cioè Napoli! Cosa mai fatta!

Ora pubblico la lettera di Gabriella Nuzzi, che ha annunciato le dimissioni dal sindacato delle toghe, che inopportunamente si è schierato a favore del ministro e del CSM.

Alla Associazione Nazionale Magistrati – Roma

“Signor Presidente,
Le comunico, con questa mia, l’irrevocabile decisione di lasciare l’Associazione Nazionale Magistrati.
Il plauso da Lei pubblicamente reso all’ingiustizia subita, per mano politica, da noi Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno è per me insopportabilmente oltraggioso.
Oltraggioso per la mia dignità di Persona e di essere Magistrato.
Sono stata, nel generale vile silenzio, pubblicamente ingiuriata; incolpata di ignoranza, negligenza, spregiudicatezza, assenza del senso delle istituzioni; infine, allontanata dalla mia sede e privata delle funzioni inquirenti, così, in un battito di ciglia, sulla base del nulla giuridico e di un processo sommario.

Per bocca sua e dei suoi amici e colleghi, la posizione dell’Associazione era già nota, sin dall’inizio.

Quale la colpa? Avere, contrariamente alla profusa apparenza, doverosamente adottato ed eseguito atti giudiziari legittimi e necessari, tali ritenuti nelle sedi giurisdizionali competenti.
Avere risposto ad istanze di verità e di giustizia. Avere accertato una sconcertante realtà che, però, doveva rimanere occultata.

Né lei, né alcuno dei componenti dell’associazione che oggi degnamente rappresenta ha sentito l’esigenza di capire e spiegare ciò che è davvero accaduto, la gravità e drammaticità di una vicenda che chiama a riflessioni profonde l’intera Magistratura, sul suo passato, su ciò che è, sul suo futuro; e non certo nell’interesse personale del singolo o del suo sponsor associativo, ma in forza di una superiore ragione ideale, che è – o dovrebbe essere – costantemente e perennemente viva nella coscienza di ogni Magistrato: la ricerca della verità.

Più facile far finta di credere alla menzogna: il conflitto, la guerra tra Procure, la isolata follia di “schegge impazzite”.
Il disordine desta scandalo: immediatamente va sedato e severamente punito.
Il popolo saprà che è giusto così.
E il sacrificio di pochi varrà la Ragion di Stato.

L’Associazione non intende entrare nel merito. Chiuso.

Nel dolore di questi giorni, Signor Presidente, il mio pensiero corre alle solenni parole che da Lei (secondo quanto riportato dalla stampa) sarebbero state pubblicamente pronunciate pochi attimi dopo l’esemplare “condanna”: “Il sistema dimostra di avere gli anticorpi”.

Dunque, il sistema, ancora una volta, ha dimostrato di saper funzionare.

Mi chiedo, allora, inquieta, a quale “sistema” Lei faccia riferimento.
Quale il “sistema” di cui si sente così orgogliosamente rappresentante e garante.

Un “sistema” che non è in grado di assicurare l’osservanza minima delle regole del vivere civile, l’applicazione e l’esecuzione delle pene?
Un “sistema” in cui vana è resa anche l’affermazione giurisdizionale dei fondamentali diritti dell’essere umano; ove le istanze dei più deboli sono oppresse e calpestato il dolore di chi ancora piange le vittime di sangue?
Un “sistema” in cui l’impegno e il sacrificio silente dei singoli è schiacciato dal peso di una macchina infernale, dagli ingranaggi vetusti ed ormai irrimediabilmente inceppati?
Un “sistema” asservito agli interessi del potere, nel quale è più conveniente rinchiudere la verità in polverosi cassetti e continuare a costellare la carriera di brillanti successi?

Mi dica, Signor Presidente, quali sarebbero gli anticorpi che esso è in grado di generare? Punizioni esemplari a chi è ligio e coraggioso e impunità a chi palesemente delinque?

E quali i virus?

E mi spieghi, ancora, quale sarebbe “il modello di magistrato adeguato al ruolo costituzionale e alla rilevanza degli interessi coinvolti dall’esercizio della giurisdizione” che l’Associazione intenderebbe promuovere?

Ora, il “sistema” che io vedo non è affatto in grado di saper funzionare.
Al contrario, esso è malato, moribondo, affetto da un cancro incurabile, che lo condurrà inesorabilmente alla morte.
E io non voglio farne parte, perché sono viva e voglio costruire qualcosa di buono per i nostri figli.
Ho giurato fedeltà al solo Ordine Giudiziario e allo Stato della Repubblica Italiana.

La repentina violenza con la quale, in risposta ad un gradimento politico, si è sommariamente decisa la privazione delle funzioni inquirenti e l’allontanamento da inchieste in pieno svolgimento nei confronti di Magistrati che hanno solo adempiuto ai propri doveri, rende, francamente, assai sconcertanti i vostri stanchi e vuoti proclami, ormai recitati solo a voi stessi, come in uno specchio spaccato.

Mentre siete distratti dalla visione di qualche accattivante miraggio, faccio un fischio e vi dico che qui sono in gioco i principi dell’autonomia e dell’indipendenza della Giurisdizione. Non gli orticelli privati.

Non vale mai la pena calpestare e lasciar calpestare la dignità degli esseri umani.

Per quanto mi riguarda, so che saprò adempiere con la stessa forza, onestà e professionalità anche funzioni diverse da quelle che mi sono state ingiustamente strappate, nel rispetto assoluto, come sempre, dei principi costituzionali, primo tra tutti quello per cui la Legge deve essere eguale per deboli e potenti.
So di avere accanto le coscienze forti e pure di chi ancora oggi, nonostante tutto, crede e combatte quotidianamente per l’affermazione della legalità.
Ed è per essa che continuerò sempre ad amare ed onorare profondamente questo lavoro.

Signor Presidente, continui a rappresentare se stesso e questa Associazione.
Io preferisco rappresentarmi da sola”.

Dott.ssa Gabriella NUZZI
Magistrato

Saluti

P.S.- Continua l’inchiesta di Byoblu sui 16 miliardi promessi (e mai arrivati) alla regione abruzzo da parte del Presidente del Consiglio Berlusconi.

Mi sembrava giusto continuare a dare risalto a questa notizia, che sta prendendo svolte interessanti.
Le riflessioni portate da Messora all’interno del video sono condivisibili, almeno da me, in quanto l’informazione ufficiale dovrebbe farsi carico dei problemi della cittadinanza con l’arma che può e deve usare: informare!
Un uomo informato difficilmente si lascerà prendere in giro da chi cerca di vendergli fumo. L’informazione ha proprio quel compito, agitare l’aria in modo da creare piccole turbine di vento che sgomberino l’area dal fumo creatosi… Se realmente del fumo c’è!

Questa situazione mi sembra paradossale nella sua semplicità. Berlusconi ha promesso 16 miliardi da investire sulla Regione abruzzo e dopo 2 giorni, quando il CIPE si è riunito, si è scoperto che di quei 16 miliardi non c’era neanche l’ombra, neanche un cent. Particolare della faccenda: in quei due giorni ci sono state le elezioni per eleggere il governatore dell’abruzzo e ha vinto il candidato del PDL Gianni Chiodi.

La semplice domanda: dove sono finiti i soldi? Se sono spariti, in 2 giorni, perché? Cosa è successo? Mi sembrano domande pertinenti alle quali ogni buon politico dovrebbe rispondere specie se con quella promessa ci ha vinto le elezioni.

Io, insieme a voi, attendo ulteriori sviluppi e quando ce ne saranno mi prodigherò ad informarvi.

http://www.byoblu.com/

Saluti

Io so

Pubblicato: 21 gennaio 2009 da 3my78 in EVENTI, INTERVISTE, MEDIA, PENSIERO, PERSONAGGI, POLITICA, RIFLESSIONI

Io so.
Io so che la criminalità organizzata e la massoneria comandano in Calabria e anche a Roma.
Io so che Luigi De Magistris è stato rimosso dai suoi incarichi a Catanzaro ed espropriato delle sue inchieste per impedire che scoppiasse una nuova Tangentopoli.
Io so che nove miliardi di euro di fondi europei, di cui i cittadini non hanno alcun controllo, finanziano ogni anni le mafie, i partiti e sono all’origine del voto di scambio nel Sud.
Io so che i padri di questa Repubblica, la seconda Repubblica, sono i mandanti morali dell’omicidio di Paolo Borsellino.
Io so che in Parlamento siedono mafiosi, amici di mafiosi, servitori di mafiosi, protettori di mafiosi e lo sanno molte Procure d’Italia, molti giornalisti e anche molti italiani, ma non abbastanza.
Io so che la Procura di Salerno deve essere lasciata libera di indagare la Procura di Catanzaro.
Io so che il tribunale per il Riesame ha dichiarato corretto il comportamento tenuto dalla procura di Salerno e dal suo Procuratore Apicella.
Io so che non esiste alcuna guerra tra Procure, ma una Procura indagata, quella di Catanzaro, e una che ha indagato nel rispetto della legge e dei regolamenti, quella di Salerno.
Io so tutto questo, ma non ho le prove. Solo una montagna, una colossale montagna di indizi.
Io so che Alfano ha il compito di proteggere Berlusconi dalla Giustizia e non la Giustizia da Berlusconi.
Io so che quattro cariche dello Stato sono al di sopra della legge, come neppure i re e i principi del Medio Evo, per non essere soggette alla legge, per non farsi processare, per non finire in galera.
Io so che le cariche dello Stato al di sopra della legge e, quindi, fuorilegge si chiamano, in ordine alfabetico: Berlusconi, Fini, Napolitano e Schifani.
Io so che un giornalista del Corriere della Sera, Vulpio, è stato rimosso dal suo incarico dal direttore Mieli per aver riportato nei suoi articoli i nomi eccellenti delle persone coinvolte dalle indagini in corso a Catanzaro da parte della Procura di Salerno, e tra questi Nicola Mancino, vice presidente del CSM.
Io so che Paolo Borsellino incontrò a Roma Mancino, appena prima della sua morte, e uscì sconvolto dal colloquio.
Io so che Apicella non deve essere rimosso da Alfano, il maggiordomo di Ghedini, l’avvocato di Berlusconi che lo difende mentre percepisce i soldi da deputato della Repubblica.
Io so, e lo sanno in tanti, che la Seconda Repubblica è nata per salvare dalla galera, e forse dalla morte, molti politici contigui alla criminalità organizzata.
Io so che la Seconda Repubblica è nata sulle stragi del ’93 e su accordi occulti.
Io so che Luigi De Magistris va difeso, che Clementina Forleo va difesa, che Luigi Apicella va difeso.
Io so che Napolitano sa, nel suo ruolo di presidente del CSM, ma preferisce voltarsi, ogni volta, dall’altra parte. Dalla parte dei partiti e della tenuta del Sistema.
Io so che ci sono 18 condannati in via definitiva in Parlamento, e un centinaio tra inquisiti e condannati in primo o secondo grado.
Io so che le ultime elezioni sono state illegali e che i parlamentari sono stati scelti dai capi dei partiti a tavolino e che non rispondono agli elettori, ma agli interessi di partito o delle persone che controllano il partito.
Io so che Luigi Apicella non può essere lasciato solo, che non può essere sospeso da nessun politico.
Io so che Luigi De Magistris deve continuare le sue inchieste “Why Not”, “Poseidone” e “Toghe Lucane”.
Io so che Clementina Forleo deve rientrare in possesso dell’inchiesta sull’Unipol ed essere libera di poter interrogare chiunque, anche Massimo D’Alema.
Io so che se la magistratura sarà soggetta al potere politico, se perderà la sua indipendenza, quella che le rimane, per l’Italia non ci sarà nessun futuro e, forse, non ci sarà più neppure l’Italia.
Io so che, per queste ragioni, il 28 gennaio 2009 sarò a Roma alle ore 9, in piazza della Repubblica, insieme all’ Associazione dei familiari delle vittime di mafia.
Io so che, per queste ragioni, ogni cittadino italiano dovrebbe testimoniare a Roma con la sua presenza.

Ps. Aderisci su Facebook alla Manifestazione a sostegno del Procuratore di Salerno Luigi Apicella

http://www.beppegrillo.it/

Mi voglio fare carico di una notizia che sta diffondendo in Rete Claudio Messora, conosciuti ai più come Byoblu.
Riguarda il neo governatore dell’abruzzo Gianni Chiodi eletto in forza al PDL. Quest’ultimo dovrebbe rispondere pubblicamente a delle dichiarazioni fatte, e da lui assecondate, da Silvio Berlusconi durante la campagna elettorale in abruzzo.

La storia è presto detta; Berlusconi in campagna elettorale ha convinto la cittadinanza abruzzese a votare Chiodi promettendo una “valangata” di miliardi da investire nella regione abruzzo. Peccato che alla successiva riunione del CIPE non è stato stanziato neanche un cent per la regione abruzzo. CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO-ARTICOLO

Byoblu ha fatto un video chiedendo a Gianni Chiodi di spiegare dove sono i soldi promessi. Il neo governatore si sta rifiutando di rispondere e quindi entriamo in gioco noi, cittadini di buona volontà.
Come?
Mandando delle e-mail di sollecitazione a Chiodi e agli organi di informazione abruzzese.

Manda una e-mail a:

Includi anche:

Se non volete copiare tutto potete andare direttamente nel suo blog, dove c’è già una e-mail compilata con tutti gli indirizzi e numeri telefonici. Basta solo spedirla. IL BLOG DI BYOBLU

Io l’ho già mandata e ho condiviso il video su youtube, ora tocca a voi. Mi raccomando collaborate!

Saluti

P.S.- Come ogni martedi, il Passaparola di Marco Travaglio che potete trovare a questo link con allegato il testo.

P.P.S.- Qui potete trovare un articolo molto utile di Antonio Di Pietro che tratta della questione intercettazioni telefoniche.

INCHIESTA SUL GIOCO DI RUOLO

Pubblicato: 17 dicembre 2008 da Willoworld in GIOCHI, INTERVISTE
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È incominciata ieri sul blog “Storie di Ruolo” un’inchiesta sul GdR. Ho redatto un piccolo questionario di 16 domande inerenti al gioco, e l’ho spedito per e-mail ai giocatori di mia conoscenza. Man mano che mi perverranno le risposte le pubblicherò sul blog. Donatello M. ha inaugurato questa nuova iniziativa. Andatevi a leggere la sua intervista clikkando qui.

Sotto l’intervista a Gherardo D.L. Qui sopra invece ho riportato un video trovato in rete in cui l’attore Vin Diesel parla in maniera entusiasta del gioco.

1.    Quando hai iniziato a giocare ai Giochi di Ruolo?

Nel 1993, con “Uno sguardo nel buio” di Ulrich Kiesow.

2.    Come ti sei avvicinato ai Giochi di Ruolo?

Dai libro game. Ricordo che “Uno sguardo nel buio” era edito dalla stessa casa dei librigame che leggevo, tipo Lupo Solitario etc…

3.    Secondo la tua opinione, qual’è la componente principale che diversifica i giochi tradizionali da tavolo dal gioco di ruolo?

Gli effetti sensibili che fantasia e creatività hanno nel gioco, insieme all’assenza di competizione.

4.    Ma il gioco di ruolo, secondo te, aliena le persone? Le rende asociali? Le isola?

Sembrerebbe di no,  si tratta di giochi. Si può anche diventare dipendenti dai gdr (quindi tendere a isolarsi), come si può diventare dipendenti dal tennis, dalla musica house, dalla morfina o dai cineforum.

5.    Quanto è vero il luogo comune che vuole i giocatori di ruolo dei perfetti nerd?

C’è un fondo di verità,  a patto che si allarghi un po’ il concetto di ‘nerd’. Non credo che i gdr siano terreno esclusivo di esseri stralunati con pochi capelli, occhiali e che conoscono Guerre Stellari a memoria. C’è invece da dire che molti dei giocatori di ruolo sono persone con gusti simili, oltre ad essere persone poco materialiste, poco conformiste, profonde e non di rado brillanti.

6.    Se non giochi per vincere, per quale altro motivo giochi i GdR (a parte quello di divertirsi)?

Non ci sono altri motivi, è uno svago.

7.    È cambiato il gioco di ruolo negli ultimi vent’anni? E i giocatori?

E’ cambiato perché è diventato un’industria, invece che un settore incompreso e terribilmente underground come era agli inizi. L’affermazione come realtà editoriale a pieno titolo può avere un po’ impoverito lo spirito del gioco, anche banalizzandolo, ma è anche vero che adesso escono moltissimi prodotti: molti di essi sono convincenti, e senza una realtà solida alle spalle non avrebbero mai potuto essere diffusi.

8.    Quanto ha influenzato il mondo del GdR l’uscita dei giochi di carte collezionabili prima, e i MMORPG poi?

Credo molto, perché pur  essendo dei tipi di gioco diversi,  si rivolgono a pubblici simili, sono spesso prodotti dagli stessi editori e vengono diffusi negli stessi luoghi. E’ facile per un giocatore di ruolo avvicinarsi a un gcc e viceversa.

9.    Cosa ne pensi del gioco diceless?

Ne conosco pochi. On Stage è un piccolo capolavoro,  anche se pur non prevedendo l’uso dei dadi il caso gioca sempre un suo ruolo.

10.    Una tua opinione sul business del gioco e della fantasy in generale nel periodo post Lord of the Rings di Jackson.

Sul gioco ho detto qualcosa al punto 7. Il fantasy è un genere in ascesa, ma oggettivamente c’è troppa omologazione. Non si può tornare sempre sui luoghi comuni del genere,  gli autori da privilegiare (e sostenere)  sono quelli che oltre ad essere scrittori di talento hanno idee innovative. Se mi servono storielle di draghi ed elfi le trovo dovunque, e non molte di queste sono un granché.

11.    Quanta importanza hanno in percentuale i seguenti fattori per ricreare la condizione ideale per una grande giocata: 1) Un bravo master, 2) Bravi giocatori, 3) Un ottimo metodo di gioco, 4) Empatia tra i partecipanti

Sono più o meno alla pari, forse il fattore più determinante è il bravo master.

12.    Cosa pensi del gioco di ruolo dal vivo?

E’ una bella invenzione. A me piacciono alcuni gdrv e altri no, ma in generale mi pare un tipo di gioco impegnativo e che coinvolge molti lati della persona che vi partecipa.

13.    Nel GdR classico, preferisci la parte del giocatore o del master?

Giocatore.

14.    A cosa ti ispiri quando crei un personaggio di gioco?

Personaggi di libri, fumetti, film, musica, ma l’idea di base è creare qualcosa di originale e personale. Qualche volta ci si riesce, qualche volta meno.

15.    A cosa ti ispiri quando architetti un avventura di gioco?

E’ più o meno la stesso discorso del PG.

16.    Smetterai mai di giocare?

Non ho idea, non posso prevedere il futuro.

FONTE: Storie di Ruolo

LA BOTTEGA DEI MACELLAI

Pubblicato: 19 novembre 2008 da Charles Huxley in CRONACA, EVENTI, INTERVISTE, MEDIA, PENSIERO, STRAGI, VARIE
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Tredici condanne, per un totale di 35 anni e sette mesi, rispetto agli oltre 108 anni chiesti dall’accusa, e 16 assoluzioni.

Assolti i vertici della polizia: Francesco Gratteri, ex capo dello Sco ora direttore dell’Anticrimine; Giovanni Luperi, ex vicedirettotre Ucigos, ora all’intelligence; Gilberto Caldarozzi, ex vicedirettore Sco e ora a capo del Servizio centrale operativo della Polizia; Spartaco Mortola, ex dirigente della Digos genovese.

SENZA PAROLE… LASCIO RACCONTARE ALLE IMMAGINI

gronoredellutri1Questo signore, che all’anagrafe si chiama Marcello Dell’Utri, parla!

In un paese normale non solo non siederebbe alla poltrona di una carica istituzionale tanto importante e prestigiosa, ma non gli sarebbe permessa neanche la libera circolazione perché chi è condannato per mafia dovrebbe stare in altro loco (carcere???).
E invece siamo in Italia e qui più sporco sei e più in alto stai. Per rendersene conto basta guardare il Presidente del Consiglio!
Siccome questa gente oltre ad essere impunita è pure faccia di bronzo si può permettere di dire qualunque cosa, con tanto di cassa di risonanza mediatica e senza nessuna preoccupazione, tanto non gli faranno niente, male che vada riceveranno un premio.

E così, non si sa mandato da chi o per bocca di chi, Dell’Utri esterna duramente contro la Rai:

“Io – spiega – penso che qualcosa per forza dovrà cambiare, non so cosa, con la nuova Rai, ma comunque qualcosa cambierà”

Starà alludendo al fatto che la Rai da anni è bloccata dalla cappa partitica e forse bisogna trovare una soluzione per renderla più snella e sdoganata dai giochi politici e di potere? Io sarò maligno ma non penso si riferisca a questo… vero???

Continua:

“Le notizie, certo, bisogna darle, sennò si torna al fascismo, ma c’è modo e modo di comunicarle. Magari con conduttori più gradevoli di adesso”

Ma cosa sta cercando di dire??? Sono in malafede io oppure c’è qualche messaggio trasversale che va letto tra le righe? Signori ho paura a rispondere, ma vedendo quello che è successo negli ultimi anni a me questa pare una minaccia travestita da opinione… Prosegue:

“Io guardo il Tg3 – attacca Dell’Utri – e vedo che ci sono degli anchorman che hanno già una faccia un po’ gotica, un po’ dark. Sicuramente, ce ne sono più in Rai che sugli altri network. Credo che il direttore del telegiornale dovrebbe dimostrare un maggiore esprit de finesse in queste cose. Farle, dirle lo stesso, ma magari con un’altra espressione

A questa esternazione quale significato possiamo attribuirle? Mi viene paura a pensare che certi politici possono usare questo linguaggio mafioso/minaccioso verso aziende che dovrebbero (il condizionale è obbligatorio quando si parla di queste cose…) essere libere e linde!!!

Ma non finisce qui, il Dell’Utri spazia a tutto campo e naturalmente non poteva mancare un attaco alla magistratura (strano eh!). Parlando di Saviano e del suo libro, che denuncia la mafia, trova il modo per dare una stilettata alla categoria:

“C’è e ci sarà finchè esiste la mafia ed è un bene. Credo, tuttavia, che, allo stato attuale, il rapporto tra costi e benefici sia assolutamente sproporzionato, soprattutto quando alcuni procuratori antimafia “fanno politica.”

Della serie: riducete il potere a questa magistratura e soprattutto a quei magistrati che si adoperano realmente contro la mafia! Infatti la chiosa, neanche a dirlo, è contro Caselli:

“È giusto che l’Antimafia faccia il suo lavoro e si impegni. Certamente tra le tante richieste e le tante accuse che ha lanciato e formalizzato, alcune sono finite nel nulla. Antimafia sì, insomma, ma evitando di fare politica”

Continua:

“Non solo l’Antimafia, quanto piuttosto i procuratori di Palermo hanno usato molto e a sproposito lo strumento dell’aggressione politica. Io, onestamente – rivendica il senatore – me ne sento in assoluto una vittima. Non ci sarebbe stata l’accusa nei miei confronti se non ci fosse stata la grande affermazione di Forza Italia in Sicilia nel 1994. Più che intercettazioni, a inchiodarmi sono state dichiarazioni di pentiti suggerite, perché in molte inchieste molti pentiti hanno parlato di me due anni dopo le loro confessioni.”

Ma vi rendete conto quanta demagogia c’è in questa dichiarazione? A me cadono le braccia…
Caselli è stato, dopo Falcone e Borsellino, il quale ha preso il loro posto dopo le stragi, il procuratore di Palermo più efficiente ed efficace che la magistratura abbia riscontrato. Ne è la dimostrazione tutto il veleno che la politica gli ha buttato addosso, da Berlusconi a Dell’Utri per arrivare a Violante. E’ vergognoso quello che dice Dell’Utri ed è per questo che vi invito a leggere “Mani Sporche (1 2 3 4 5 6) di Marco Travaglio così capirete bene chi è stato il carnefice e chi la vittima!

Ma non è finita e a dimostrazione che questo signore non può stare dalla parte della giustizia ci sono queste dichiarazioni che rilascia a favore del mafioso Mangano:

“Malato com’era, sarebbe potuto uscire dal carcere e andare a casa, se avesse detto solo una parola contro di me o contro il presidente Berlusconi. Invece non lo ha fatto. Per me è un eroe, a modo suo.”

Mangano è stato condannato per mafia e per molti crimini fra cui l’omocidio. Era l’amico di Dell’Utri (il luogotenente in Sicilia) nonché lo stalliere di Villa Arcore.

In conclusione; poteva mancare una chiosa a favore della scuola e del Dl Gelmini? No! E infatti…

“Concordo – sostiene Dell’Utri – con quegli internauti che definiscono “figli del fascismo rosso” quegli studenti che impediscono con la forza ad altri di studiare e di frequentare le lezioni, se è vero che, nell’accezione comune, tutto ciò che impedisce qualcosa agli altri è fascista.”

E’ in questi frangenti che mi vergogno di essere italiano. Quando vedo com’è ridotta la nostra penisola da persone che tutto dovrebbero fare meno che avere incarichi pubblici. Specie di quello spessore… e poi qualcuno rivendica un contraddittorio a Travaglio quando va da Fazio (Che tempo che fa)… mentre poi non si dice niente quando vengono dette certe porcate…

Saluti (incazzati).

P.S.- Ho messo molti link nell’articolo, guardateli perché sono veramente interessanti.

FONTE

Jack Lombroso, finalemente. È stato difficile incontrarla. Giri di telefonate, appuntamenti a vuoto … Come mai tutta questa difficoltà?

Chi cerca di fuggire o quantomeno allontanarsi da questa società ha sempre poca voglia di rimetterci piede.

Dice di voler fuggire da questa società, eppure i suoi scritti vivono molto nella città abitata. Magari nei bassifondi più oscuri ma, per quanto surreali, possibili.

Nessuno può distaccarsi totalmente dalla società globale. Per quanto uno possa provare a rifugiarsi è praticamente obbligato a tornarci di tanto in tanto, anche solo per l’ispirazione. (Sorride N.D.R.)

Non crede che il genere pulp pregno di violenza sia ormai inflazionato?

Io scrivo quello che la gente cerca di più,o meglio, quelle cose che più attirano la nostra curiosità ma che non abbiamo il coraggio di manifestare. Ogni volta che guardiamo un telegiornale o apriamo un quotidiano veniamo messi al corrente di crimini efferati, di violenze: madri che uccidono i figli, figli che uccidono i genitori e così via. La violenza convive con l’uomo fin dalla sua nascita. Come può inflazionarsi qualcosa che ha sempre fatto parte dell’uomo stesso. Può forse inflazionarsi il bisogno di respirare?

Così lei sostiene che la violenza è presente e inscindibile nell’uomo come il bisogno di respirare?

Io racconto soltanto quello che vedo quotidianamente. In fondo una parte del cervello umano è eredità dei rettili. Proprio quella parte del cervello che “genera”, diciamo così, la natura violenta dell’uomo. La storia stessa ci racconta che non esiste popolo che non ha fatto ricorso alla violenza e se qualcuno ha provato a frenare questo aspetto si è semplicemente estinto.

Jack Lombroso è davvero questa figura oscura e misteriosa o è solo il personaggio interpretato da uno scrittore.

La maschera la mettiamo tutti. I miei racconti sono una buona parte di realtà unita ad un pizzico di pepe per renderne più accattivante la lettura. Nessuno scrittore scrive solo di realtà vissute. Nessuna vita su questa terra è così interessante da essere raccontata ad altri. Per quanto riguarda il fatto che molti mi ritengono un personaggio oscuro posso solo dire che non è oscuro quello che sta al di fuori della luce del sole.

Cosa ci dice di questo lavoro con il signor Macini? Come ha vissuto questa esperienza e sarà possibile una nuova collaborazione tra lei e Macini?

Beh, credo che il web renda possibile certe cose, intendo la collaborazione a distanza. Personalmente ritengo che questa esperienza possa essere l’esempio di come due persone totalmente diverse possano comunque collaborare in maniera costruttiva tra di loro, in modo totalmente libero e tollerante, cosa che la maggior parte delle persone cosiddette sane non riescono neanche a comprendere. Comunque l’esperienza è stata piacevole, e se le nostre strade si incontreranno di nuovo potremo provare ancora a costruire qualcosa insieme.

Ci vuole rivelare qualcosa riguardo al vostro libro? Sarà pubblicato a breve, se non vado errato.

Si, forse addirittura prima della fine dell’anno. S’intitolerà “Raptus Interruptus e altri schizzi di quotidianità”, e verrà pubblicato naturalmente dalla Edizioni Willoworld. Conterrà anche il romanzo breve “il seme dell’odio”.

L’ultima domanda mister Lombroso. Cosa vorrebbe ci fosse scritto sul suo epitaffio?

Vi odio tutti.

LEGGI ANCHE L’INTERVISTA A JONATHAN MACINI

LA PAGINA DI JACK LOMBROSO

In occasione dell’uscita del romanzo breve “Il Seme dell’Odio”, una straordinaria collaborazione tra Jonathan Macini e Jack Lombroso, Willoworld ha intervistato uno dei protagonisti della Giostra di Dante, il gioco di ruolo dei poeti e degli scrittori. Macini ha già pubblicato due libri, Le Rivelazioni di Giovanni Meraviglio (un viaggio introspettivo diviso in tre atti) e il recente Sebastian Claw e altri racconti. Questo lavoro, che verrà presentato su questo stesso blog il 31 ottobre prossimo, è stato portato a termine nell’arco di un mese e mezzo, in un’intensa collaborazione on-line tra i due autori, che non si sono mai conosciuti. Non è vero, Jonathan?

Infatti. Un esperienza nuova che ha dato dei risultati insperati. Incredibile quello che è possibile fare con le nuove tecnologie della comunicazione.

Sembra che in rete sia diventata una pratica molto comune, in campo artistico, collaborare a distanza. Era la prima volta per te?

Si, lo era. Ma spero di poterlo fare ancora. La Giostra di Dante e le altre piattaforme di Willoworld lasciano molto spazio a questo tipo di esperienze.

La domanda che si chiedono tutti è ovviamente, com’è questo Jack Lombroso? Di lui si sa poco o nulla. È davvero quel personaggio oscuro di cui molti parlano?

Beh, non posso dirlo con sicurezza. D’altronde non l’ho mai incontrato di persona. Ho scambiato qualche e-mail, l’ho sentito un paio di volte al telefono e in chat. Di solito mi contatta da posti strani, internet café, cabine (le ultime rimaste). Gira molto. Un giorno è Milano, quello dopo è a Monaco, e poi Londra, Edimburgo. Ho fatto fatica a stargli dietro. Comunque è un tipo sicuramente fuori dalla norma.

Infatti. Ormai Jack Lombroso è diventato una piccola leggenda. I suoi racconti sono dei veri e propri omaggi a Bukowski e Tarantino. Sarà anche così per questo lavoro a quattro mani?

Beh, anche io devo molto a quei due nomi, ma credo che ci siamo distanziati dai tipici soggetti di cui abbiamo parlato nelle altre storie. Sarà una sorpresa, vedrete…

Non ci anticipi niente?

Si tratta di un lavoro di fantasia, nella maniera più classica, ma che affronta un argomento anche troppo reale, la guerra. Troverete delle scene molto violente, tipiche dei miei ultimi racconti chtuloidi e di quelli di Jack. C’è una scena scritta da me nel terzo capitolo di cui vado molto fiero. Diciamo che mi è quasi scappata di mano…

In che senso?

È forse la scena più forte che abbia mai scritto. Speriamo di non venire censurato dalla Giostra.

Adesso mi hai messo addosso molta curiosità… Comunque, vedremo tra qualche giorno di cosa si tratta. C’è rimasto ancora qualcosa da fare oppure è già finito?

Ancora qualche dettaglio, ed il si definitivo di Jack, che deve ancora rileggere l’ultima correzione. Poi Charles Huxley si occuperà della locandina per la pubblicazione.

Infatti. L’opera avrà una pagina personale, consultabile interamente, potrà essere scaricata in formato PDF e verrà anche presentata sul sito I Silenti a capitoli. Non vediamo l’ora.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?

Non so ancora. Mi darò qualche settimana di pausa e poi vedrò. Ho in mente un paio di interventi per 101 Parole, forse addirittura nei prossimi giorni. Per il resto, sono contentissimo dell’ultimo libro. Finalmente Sebastian Claw ha visto la luce.

Infatti. Era una tua vecchia idea, vero? Come è stato rimettere mano ai vecchi lavori?

È stato come fare un viaggio nel tempo. Rileggendo gli appunti ho rincontrato la gente del passato, amici collaboratori, persone che non vedo più da una vita. È stata una bella esperienza, come con Giovanni Meraviglio. Pubblicandolo ho chiuso un importante capitolo della mia vita. E lo steso vale per Claw.

Le cose nuove che hai scritto hanno molto a che fare con il cyberpunk. Addirittura mischi la mitologia Lovercraftiana, a te molto cara, con Gibson. Andrai avanti su questa strada?

Penso di si. Se continuerò a pubblicare per la Edizioni Willoworld, che ha già presentato i lavori di Grezzo Illusivo, scriveró altri racconti in questo stile. Penso che il genere Cyber-Chtulhu sia da esplorare il più possibile.

E allora speriamo di leggere presto nuove storie!
Grazie a Jonathan Macini. Speriamo di farvi conoscere anche Jack. Stiamo cercando di contattarlo per un intervista, ma è davvero molto schivo.
L’appuntamento è per il 31 ottobre 2008 con IL SEME DELL’ODIO, un romanzo breve a quattro mani di Jonathan Macini e Jack Lombroso.
NON PERDETELO!

FONTE: Willoworld Creativity

Scarica il libro: Sebastian Claw e altri racconti