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Se vivete negli States e state pensando di condividere i vostri files su internet, fermatevi! Rischiate di essere multati, e il crimine non paga (almeno che non decidi di rapinare una banca, quello si che potrebbe convenire!) Prendete ad esempio Jammie Thomas, condannata a pagare 2 milioni di dollari di multa per aver scaricato illegalmente 24 canzoni, o tutti quelli che sono stati perseguitati dalla RIAA.

Al contrario provate altri reati, perché ce ne sono molti che hanno pene più leggere che quelle in cui potreste incappare scaricandovi le ultime hits del momento. Ecco qui elencati sette crimini con sanzioni minori di quelle riserbate a chi pratica il file sharing.

1.    Sottrazione di minori – 25000$
2.    Rubare un cd originale – 2500$
3.    Svuotare la casa di Bryan Adams – 375000$
4.    Dare fuoco alla villa di Lars Ulrich – poco più di 375000$
5.    Perseguire (stalking) Lindsay Loan – 175000$
6.    Iniziare un ring per cani da combattimento – 50000$
7.    Uccidere qualcuno (in secondo grado) – La pena massima è solo 25000$ (più 15 anni di prigione) e poi dipende dal tuo salario, che con molta probabilità non ti fará prendere più di 2 milioni di multa.

Quindi, prima di accendere il vostro torrent, pensateci su. Forse vi conviene di più scendere al negozio di dischi e infilarvi una manciata di cd nello zaino.

FONTI: http://gapersblock.com/mechanics/2009/08/17/seven-crimes-to-consider-befor/

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Un triste giorno tutti quelli (e sono tantissimi) che come me crede nel file-sharing quale mezzo per abbattere istituzioni obsolete come il copyright, e contrastare le influenze delle corporation sulle correnti artistiche e su tutta l’industria dell’intrattenimento. Per chi non avesse chiaro bene questo concetto, che non ha niente a che vedere con manie di protagonismo o sotterfugi criminali ma abbraccia filosofie di scoperta e di comunicazione paragonabili alla scoperta della stampa, consiglio di vedere i due documentari già indicati da questo sito “Steal this Film”.

È stato appena dato il verdetto contro Pirate Bay, forse il più importante sito di indicazione dei Torrent (gli indirizzi che ti permettano di scaricare musica, film e altro), e i quattro imputati sono stati dichiarati colpevoli di aver infranto le leggi sul copyright e sono stati condannati ad un anno di prigione (oltre che a un multa di oltre 3 milioni di dollari). Peter Sunde, uno degli imputati, ha dichiarato di non essere molto sorpreso dal verdetto, e che comunque tutto dovrà decidersi in appello. Lui, come molti, si augurano che per allora l’opinione pubblica incominci a capire cosa in effetti ci sia dietro il concetto di file-sharing.

Ancora una volta il paradosso più grande di questo tipo di vicende rimane il fatto che il reato è commesso regolarmente, tutti i giorni da milioni di persone. La legge non può perseguire tutti, ovviamente. Quello che viene perpetuato attraverso questi processi è una tattica terrorista per impaurire i ragazzi e convincerli a non scaricare musica e film da internet. È una tecnica assolutamente meschina.

Ogni rivoluzione ha le sue perdite. Ogni rivoluzione nasce come contro-movimento. Perché la rivoluzione è come un virus, un virus di positività. Colpisce e ha bisogno di tempo per insinuarsi, ma una volta che ha fatto presa, non è più possibile arrestarla.
Ai quattro ragazzi va la mia più sincerá solidarietà.

“L’unica tecnica che ci ha portato dove siamo è il copiare”

“Condividere è il cuore stesso dell’esistenza”

“Il bisogno di ascoltare qualcuno è un atto di condivisione”

“Ciò che ci tiene insieme è che copiamo l’uno dall’altro”

Steal This Film

Potrei estrarre centinaia di quotes da questi due splendidi documentari.
Qualcuno non sa che si è appena concluso il processo a Pirate Bay, il più grande indicatore di torrent esistente. Il 17 aprile prossimo ci sarà il verdetto. Per informazioni dal mondo del sharing visitate il blog Torrent Freak.

Che dire più di quello che è già stato detto sulla condivisione dei media on-line? Fin dall’invenzione della stampa il mondo si è spaccato in due; da una parte quelli che vedevano nelle nuove possibilità tecnologiche una minaccia per i propri affari, dall’altra coloro che credevano fermamente che le nuove scoperte avrebbero migliorato la società. È successo con la stampa e gli scrivani, con i grammofoni e gli spartiti di musica, con la radio, televisione, Tv via cavo, musicassette, videoregistratori, cd, computer e adesso col file sharing. Il desiderio di riprodurre e dare la possibilità a sempre più persone di accedere alle informazioni non è mai stato fermato! Perché l’uomo desidera sapere, e l’idea che qualcuno voglia impedirglielo lo manda in bestia!

Unica differenza da ieri è che oggi le istituzioni sono sempre più dalla parte delle multinazionali e sempre meno dalla parte dei consumatori. Guardando questo documentario scoprirete come le lobby americane hanno spinto il governo verso un incidente diplomatico tra USA e Svezia, dimostrando ancora una volta di non guardare in faccia a nessuno quando si tratta di proteggere i propri interessi.

Condividere non è un reato, è la nostra natura. Lo devono capire soprattutto gli artisti che continuano ad appoggiare le orribili contromisure applicate dalla legge, il recente “puniscine uno per educarne cento”. Sono atti terroristici, niente di meno. Ti prendono e ti mettono in carcere per cosa? Per aver scaricato un album in rete? Ma se ci pensate è roba da pazzi.

Loro sanno che non potranno mai fermare questa corrente. Ci stanno provando nella maniera più abbietta, ma perderanno, e lo hanno già ammesso. L’industria deve reinventarsi, come ogni altra volta. Le scoperte tecnologiche, da sempre, hanno cambiato la società e il mercato, e non sono mai state fermate.

Se qualcuno ancora là fuori crede che condividere informazioni, musica, video, immagini, parole sia un atto criminale, si faccia un esame di coscienza e guardi questi due documentari. Come dice un proverbio cinese: quando arriva la burrasca c’è chi edifica ripari e chi costruisce mulini a vento! Cosa volete fare voi?
La vita è condivisione!

Per visionare entrambi i documentari Steal This Film one & two clikkate qui e seguite i link su youtube.

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