
Quinta intervista: Tommy G. Si attendono le altre…
1. Quando hai iniziato a giocare ai Giochi di Ruolo?
In prima superiore… Tornai a casa, fantasticando su quel mondo, creando una serie di personaggi immaginari, sapendo che mai avrei potuto giocarli da giocatore… così… si è aperta la via del master! 😉
2. Come ti sei avvicinato ai Giochi di Ruolo?
Fu il Panda, un vecchio compagno delle elementari, a chiamarmi… Jury ci stava giocando a casa sua assieme a Giulio, David ed al Santangelo. Fu la curiosità a guidarmi, ed ancora mi guida.
3. Secondo la tua opinione, qual’è la componente principale che diversifica i giochi tradizionali da tavolo dal gioco di ruolo?
L’immaginazione di luoghi e persone non presenti davanti a te, la fantasia di mettere in moto quei luoghi e di far interagire quei personaggi, la facoltà di dire no ad una regola… tutto questo genera il divertimento.
4. Ma il gioco di ruolo, secondo te, aliena le persone? Le rende asociali? Le isola?
E’ un mezzo, non un fine: sta all’uomo la responsabilità morale del suo utilizzo.
5. Quanto è vero il luogo comune che vuole i giocatori di ruolo dei perfetti nerd?
Verissimo! 😉 La causa prima dell’angoscia è l’impossibilità di realizzare l’azione gratificante, e sottrarsi a una sofferenza con la fuga o la lotta è anch’esso un modo di gratificarsi, quindi di sfuggire all’angoscia… in pratica siamo tutti dei Nerd! 😉
6. Se non giochi per vincere, per quale altro motivo giochi i GdR (a parte quello di divertirsi)?
Quello di evolvere verso il Tommaso che potrei diventare grazie ai pg che non diverrò mai… Perseguire un obiettivo che cambia continuamente e che non è mai raggiunto è forse l’unico rimedio all’abitudine, all’indifferenza, alla sazietà. E’ tipico della condizione umana ed è elogio della fuga, non per indietreggiare ma per avanzare. E’ l’elogio dell’immaginazione mai attuata e mai soddisfacente.
7. È cambiato il gioco di ruolo negli ultimi vent’anni? E i giocatori?
Ovviamente, è cambiato il target del giocatore, il suo regolamento, tutto si sta modificando in una macchinazione di mercato: anche il d&d ha scoperto il marketing… in fin dei conti… se lo comprano…
8. Quanto ha influenzato il mondo del GdR l’uscita dei giochi di carte collezionabili prima, e i MMORPG poi?
Moltissimo, la quarta edizione del d&D è un MMORPG senza server.
9. Cosa ne pensi del gioco diceless?
Se non ci fosse, bisognerebbe inventarlo…
10. Una tua opinione sul business del gioco e della fantasy in generale nel periodo post Lord of the Rings di Jackson.
E’ una massificazione: sul fantasy non ho molto da dire, è morto da molto tempo, sul business del gioco risulterei un Puffo quattrocchi. Personalmente me ne frego sia del business che della fantasy in generale, porto avanti i miei interessi con spietata ferocia e sana follia.
11. Quanta importanza hanno in percentuale i seguenti fattori per ricreare la condizione ideale per una grande giocata: 1) Un bravo master, 2) Bravi giocatori, 3) Un ottimo metodo di gioco, 4) Empatia tra i partecipanti
L’empatia è fondamentale, o il gruppo non legherà. Se ci sono dei contrasti, delle gelosie mal sopite, il gioco ne risentirà, così come le emozioni: può un orchestra suonare Mozart con uno strumento stonato? Poi arriva il bravo master assieme ai bravi giocatori: ogni componente del gruppo deve essere libero dai suoi problemi, o le sue preoccupazioni falseranno il suo apporto al gioco: non ci sarà master che tenga o giocatore che si potrà imporre… forse era meglio un Risiko o al massimo un gioco dell’oca… In ultima posizione il metodo di gioco.
12. Cosa pensi del gioco di ruolo dal vivo?
Da provare, come tutto del resto… Almeno i guerrieri la smetteranno di dormire nella piastre! 😉
13. Nel GdR classico, preferisci la parte del giocatore o del master?
Master.
14. A cosa ti ispiri quando crei un personaggio di gioco?
Alla materia di cui sono fatti i sogni.
15. A cosa ti ispiri quando architetti un avventura di gioco?
E’ un misto di creatività e di improvvisazione, talvolta ai sogni, molto spesso agli incubi!;)
16. Smetterai mai di giocare?
Ho già smesso di giocare… LO GIURO! 😉
“L’uomo è un’ essere di desiderio.
Il lavoro può solo soddisfare i suoi bisogni.
Sono rari i privilegiati
che riescono a soddisfare i bisogni
dando retta al desiderio.
Costoro non lavorano mai.”
Henri Laborit
ELOGIO DELLA FUGA
FONTE: Storie di Ruolo