Posts contrassegnato dai tag ‘Gaza’

Ho volutamente fatto passare un po’ di tempo prima di scrivere queste due righe. In realtà ancora adesso non so perché le scrivo… forse perché ne sento il bisogno, e quando si sente il bisogno di fare certe cose, non si sbaglia mai.

Ho iniziato a seguire il blog di Arrigoni un annetto fa, ma solo ultimamente mi sono interessato da vicino al suo impegno in Palestina. Da circa un mese ricevevo regolarmente gli aggiornamenti della sua pagina su Facebook, un flusso inesauribile di notizie scomode dalla striscia di Gaza, un diario fatto sempre di parole tristi ma pacate, che riuscivano a trasmettere la rabbia per le ingiustizie perpetrate ma mai l’odio. Era questa la cosa che mi ha impressionato fin dall’inizio di questo ragazzo che non ho mai conosciuto ma che, seguendolo, mi è sembrato quasi di conoscerlo. (altro…)

Purtroppo non credo che questo ultimo appello degli Adbusters riuscirà per davvero a fare implodere il social network più imponente del pianeta, ma è interessante notare come un nuovo e pandemico sentimento di antipatia verso Facebook stia maturando tra gli internauti. Non sono solo gli Adbuster a preannunciare, forse con un po’ di ingenuità, il collasso del colosso di Zuckerberg. Molti esperti in social network e social media sono abbastanza sicuri che nel giro di un paio di anni Facebook non dominerà più la rete.

Dal sito http://www.adbusters.org

Da quando Facebook è diventato un elemento indispensabile della nostra vita, c’è stato un crescente senso di presagio che qualcosa non andasse per il verso giusto, la premonizione che alla fine avremmo sentito il bisogno di rompere qualsiasi rapporto con il sito. (altro…)

A DUE ANNI DALLA STRAGE DI GAZA

Pubblicato: 27 dicembre 2010 da Willoworld in GUERRA, POLITICA, STRAGI
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Esiste un luogocomune che aleggia come un angelo della morte sopra la tragica vicenda della Palestina. Non sono un esperto in materia, ma negli ultimi anni ho avuto modo di farmi un’idea più chiara di quello che effettivamente sta succedendo in Terra Santa. Anche io, come la maggior parte degli occidentali, prendevo per buona la tesi che le resposabilità del conflitto Israelo-Palestinese erano da ricercare in entrambe le fazioni, una deduzione suggerita dai media e alla quale ci si può abbandonare facilmente, senza avere troppi problemi di coscenza. Le cose però non sono mai come i grandi media ci raccontano.

Invito perciò tutti coloro che ancora sono ipnotizzati da questo luogocomune ad indagare più a fondo, usando la rete con accortezza, dato che è risaputo che il governo israeliano ha sul suo libro paga un numero considerevole di “soldati dello spam pro-israele” che lavorano ininterrottamente commentando sui forum di discussione, su youtube e sugli altri social network.

L’anniversario dei due anni dell’operazione Piombo Fuso, in cui persero la vita 1203 palestinesi (di cui 410 bambini) e 13 israeliani, passa come al solito in sordina sui grandi network, La Repubblica in primis, giornale che ha sempre vergognosamente difeso Israele. Noi lo ricordiamo con questo slideshow da brividi, sconsigliato ai più impressionabili.

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GAZA RISPONDE A ROBERTO SAVIANO

Pubblicato: 14 ottobre 2010 da Willoworld in GUERRA, PERSONAGGI, POLITICA, STRAGI
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Difficile e forse superfluo commentare i recenti eventi nelle acque vicino Gaza. Ci sono centinaia di voci nel web che ne sanno molto più di me. Vorrei però con queste poche righe dimostrare il mio sostegno nei confronti dei parenti degli attivisti morti e di quelli feriti e maltrattati dall’esercito israeliano. La storia si ripete. Le ingiustizie si susseguono davanti agli occhi di tutti e nessuno fa nulla. Il video circolato in rete (per sbaglio) ieri dovrebbe domostrare ormai senza più ombra di dubbio la follia nella quale questo popolo è precipitato. Con tutte le atomiche che c’hanno sotto il culo c’è da dormire poco tranquilli… Mah, facciamoci due risate strette strette con Latuff.

Ho individuato almeno quattro veli incantati che ricoprono gli occhi degli uomini:

1. IL VELO TRASPARENTE, forse quello più difficile da individuare, anche se potrebbe suonare scontato: “la percezione della realtà é data dai mezzi di comunicazione di massa”.

2. IL VELO CALENDOSCOPICO, i famosi effetti speciali e colori ultravivaci. In parole povere, si crede che i media rispondano alle esigenze degli spettatori, invece che a quelle del mercato e della politica.

3. IL VELO DISTORCENTE, quello messo su dai gatekeeper, la controinformazione fasulla, predisposta ad accontentare quella parte del popolo apparentemente ribelle (il fenomeno Marco Travaglio potrebbe far parte di questo gioco).

4. L’ULTIMO VELO, quello che rimescola tutte le carte. L’unico esempio di verità oggettiva è quello della verità imposta. Rimossi i quattro veli, possiamo finalmente abbracciare la “nostra verità”, ma se tentiamo di imporla agli altri si torna al primo velo.

Tanto vale farsi un birrozzo!:)

LA SECONDA PARTE DEL VIDEO É QUI.

L’INTERVENTO DI M.T. SU BARNARD É INVECE QUI.

GAZA, RICORDATE?

Pubblicato: 21 aprile 2009 da Willoworld in GUERRA, MEDIA, RIFLESSIONI, STRAGI
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Mentre giornali e televisioni dipingono l’intervento del leader Iraniano Ahmadinejad alla conferenza UN sul razzismo come un attacco indegno ad Israele, di Gaza e della vergognosa Operazione Piombo Fuso non si parla piú. Beh, ecco un articolo che fa un po’ il punto della situazione…

PS: L’unica cosa che si può appuntare al presidente iraniano è che Israele non è l’unico stato razzista. Credo che tutti gli stati abbiano dimostrato di essere un po’ razzisti. Quindi, niente di nuovo sul fronte occidentale…

GAZA, RICORDATE?
AUTORE:  Gideon LEVY
Tradotto da  Manuela Vittorelli

Alyan Abu-Aun giace nella minuscola tenda, accanto alle sue stampelle. Fuma sigarette e ha lo sguardo fisso nel vuoto. Tiene in braccio il suo bambino. Nella tenda, che ha le dimensioni di una piccola stanza, si accalcano dieci persone. È la loro casa da tre mesi. Non rimane nulla della loro precedente abitazione, distrutta dalle bombe dell’Esercito di difesa israeliano durante l’Operazione Piombo Fuso. Sono profughi per la seconda volta; la madre di Abu-Aun ricorda ancora la sua casa a Sumsum, una cittadina che un tempo si trovava vicino ad Ashkelon.

Abu-Aun, 53 anni, è stato ferito nel tentativo di fuggire quando la sua casa di Beit Lahia, nella Striscia di Gaza, è stata bombardata. Da allora cammina con le stampelle. Sua moglie ha partorito proprio nel mezzo della guerra, e adesso il neonato vive con loro nel freddo della tenda. La tenda è volata via durante la tempesta che ha divorato la Striscia di Gaza mercoledì scorso, così la famiglia ha dovuto rimontarla. Ricevono acqua solo occasionalmente, in un container, e una piccola baracca di latta fa da bagno per le 100 famiglie di questo nuovo campo profughi, “Campo Gaza”, nel quartiere Al-Atatra di Beit Lahia.

Quest’ultimo finesettimana Abu-Aun era particolarmente amareggiato; la Croce Rossa ha rifiutato alla sua famiglia una tenda più grande. E non ne può più di mangiare fagioli. Per tre mesi, la famiglia Abu-Aun e migliaia di altre persone vivono in cinque accampamenti di tende costruiti dopo la guerra. Non hanno neanche cominciato a sgombrare le macerie delle loro abitazioni, figuriamoci costruirne altre. Migliaia di persone vivono all’ombra delle rovine delle loro case, affollando piccole tende insieme alle loro famiglie: decine di migliaia di persone rimaste senza un tetto, e alle quali il mondo non si interessa più. Dopo la conferenza dei paesi donatori, svoltasi in pompa magna a Sharm el-Sheikh un mese e mezzo fa con la partecipazione di 75 paesi che hanno deciso di stanziare un miliardo di dollari per ricostruire Gaza, non è successo niente.

Gaza è assediata. Non ci sono materiali da costruzione. Israele e il mondo stanno dettando condizioni, i palestinesi sono incapaci di formare il governo d’unità che sarebbe necessario, i soldi e il cemento non si vedono e la famiglia Abu-Aun continua a vivere in una tenda. Anche i 900 milioni di dollari promessi dagli Stati Uniti sono rimasti sotto chiave. Non si sa se verranno mai tirati fuori. La parola dell’America.

Sono passati esattamente tre mesi da quella guerra tanto discussa, e Gaza è stata ancora una volta dimenticata. Israele non è mai stato interessato al benessere delle sue vittime. E adesso anche il mondo ha dimenticato. Due settimane senza neanche un razzo Qassam hanno spazzato via Gaza dai principali temi di discussione. Se gli abitanti di Gaza non si sbrigano e riprendono a sparare nessuno si interesserà più alle loro condizioni. Non è certo una novità, ma è un messaggio particolarmente rattristante e doloroso in grado di scatenare il prossimo ciclo di violenza. E a quel punto di certo non riceveranno aiuti, perché staranno sparando.

Qualcuno deve assumersi la responsabilità per il destino della famiglia Abu-Aun e di altre vittime come loro. Se fossero state ferite in un terremoto il mondo probabilmente le avrebbe aiutate a riprendersi molto tempo fa. Perfino Israele avrebbe mandato subito convogli di aiuti della ZAKA, della Magen David Adom, perfino dell’Esercito di difesa. Ma la famiglia Abu-Aun non è stata ferita da un disastro naturale, ma da mani e carne e sangue israeliani, e non per la prima volta. Dunque: nessun indennizzo, nessun aiuto, nessuna riabilitazione. Israele e il mondo sono troppo preoccupati per ricostruire Gaza. Sono rimasti senza parole. Gaza, ricordate?

Dalle rovine della famiglia Abu-Aun nasce una nuova disperazione. Sarà più amara di quella che l’ha preceduta. Una famiglia dignitosa di otto persone è stata distrutta, fisicamente e psicologicamente, e il mondo si tiene a distanza. Non dobbiamo aspettarci che Israele risarcisca le sue vittime o ricostruisca le case che ha distrutto, anche se sarebbe evidentemente nel suo interesse, per non parlare dell’obbligo morale, argomento che non viene nemmeno toccato.

Ancora una volta il mondo deve rimediare ai disastri compiuti da Israele. Ma Israele sta ponendo un numero sempre maggiore di condizioni politiche per fornire urgente soccorso umanitario. Ricorre a vuote giustificazioni per lasciare Gaza distrutta e per non offrire l’aiuto che Gaza merita e del quale ha disperato bisogno. Gaza è stata lasciata ancora una volta alle proprie risorse, la famiglia Abu-Aun è stata abbandonata nella sua tenda, e quando le ostilità riprenderanno sentiremo parlare ancora una volta della crudeltà e della brutalità… dei palestinesi.

Link articolo originale: http://www.haaretz.com/hasen/spages/1079219.html

Link traduzione: http://www.tlaxcala.es/pp.asp?reference=7462&lg=it