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I racconti, letti dall’autore, sono quelli nati a margine del romanzo di Bruno Magnolfi “Bionda, naturalmente”, pubblicato da Robin Edizioni con un certo successo alcuni mesi fa. Ogni racconto fornisce interpretazione e ampliamento ai temi del romanzo, ma è contemporaneamente un testo a sé, in modo da dare spunti e curiosità sia per chi ha già letto il libro e sia per chi invece non lo ha ancora fatto. Le musiche sono ideate, curate e suonate da Fulvio Dumini. Le proiezioni e le illustrazioni sono ideate sugli acquerelli originali dipinti da Giulia Tesoro per questi testi.
L’evento è promosso dall’Associazione Culturale CHIARISEGNI Onlus
http://chiarisegni.blogspot.com/
I racconti illustrati sono scaricabili gratuitamente dal blog:
Racconti Minimi – http://magnonove.blogspot.com/

Libreria Nardini Bookstore
9 Giugno 2011 ore 18:00
LOCATION
Firenze – Le Murate, Via delle Vecchie Carceri – Via dell’Agnolo

FONTE: Rivoluzione Creativa

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Presentato a capitoli illustrati sul sito della community Rivoluzione Creativa, il racconto lungo di Bruno Magnolfi “Solo fino a un certo punto” torna in un’edizione digitale scaricabile gratuitamente in formato PDF. Con nuove illustrazioni di Giulia Tesoro, in un formato leggero adatto alla lettura su screen, l’e-book si avvale, come ogni altra opera della Edizioni Willoworld, della licenza Creative Commons 2.5 Share Alike. Potete divulgarlo liberamente in rete, non a scopo di lucro e citandone la fonte.

SOLO FINO A UN CERTO PUNTO (2010)

Storia di Bruno Magnolfi – Illustrazioni di Giulia Tesoro

E-book: 103 pagine e 58 illustrazioni a colori.

SCARICA IL PDF

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SOLO FINO A UN CERTO PUNTO: Trailer

Pubblicato: 27 ottobre 2010 da Willoworld in EVENTI, NARRATIVA
Tag:, ,

Da lunedì prossimo su Rivoluzione Creativa!

Ecco i nuovi interventi apparsi recentemente sul sito della community Rivoluzione Creativa e sulle pagine degli altri progetti di Willoworld.

LE MIE CITTÀ: Roma

La Garbatella è un popolare quartiere della Capitale fatto di palazzoni in stile fascista, non esattamente meta turistica a meno di non essere interessati all’architettura del ventennio. La Garbatella è un popolare quartiere della Capitale fatto di palazzoni in stile fascista, non esattamente meta turistica a meno di non essere interessati all’architettura del ventennio… continua…

IL FARO

Quel sabato pomeriggio presi la macchina e andai al faro. Non sapevo che mi ero diretto laggiù fino a quando non lo vidi spuntare da dietro la collina. Gli eventi più recenti avevano innescato il pilota automatico, un sistema difensivo notevole se si pensa a quanta gente distratta circola per le strade oggigiorno… continua…

IMMOBILE SENZA ALCUN DESIDERIO

Resto sdraiato sull’erba di questo giardino senza preoccuparmi di niente. Le mie braccia sono inerti, le mie gambe pare non abbiano peso… continua…

MONDIALI

Quest’anno i mondiali li vedo da solo. Lo faccio per rabbia, sperando che i vecchi amici si sentano in colpa. Nicco mi ha appena chiamato, ma ho lasciato squillare… continua…

PARIGI

Camminare per le vie di Parigi è qualcosa di magico, farlo di notte ancora di più! Quello che colpisce sono soprattutto gli odori, delicati come la fragranza delle baguettes appena sfornate, particolari come il profumo dell’acqua della Senna o ributtanti come il puzzo della stazione della metro di Les Halles!… continua…

PESCAIA SULL’ARNO

A volte vengo quaggiù, quando le cose non vanno per il verso giusto. Ci arrivo per una stradina che passa sotto la ferrovia, poi attraverso il tennis club, un cancellino di legno e un sentiero che scende giù dall’argine… continua…

LA MECCANICA DI UN GESTO QUALSIASI

Generalmente indossava la camicia bianca col bottone del collo slacciato, con sopra una delle sue cravatte sottili, leggermente allentata, dalle sfumature scure, un po’ demodé… continua…

RITUALE NEL FIUME

Teresa cercava qualcosa di nuovo che potesse salvarla dall’apatia che la tormentava nei giorni sbagliati, come ad esempio il venerdì sera sul divano davanti alla TV, col volume abbassato e il cellulare in mano a scorrere velocemente la rubrica piena di numeri sconosciuti. Il sabato non era male perché andava a fare visita a sua madre… continua…

…LE POESIE DI…

ALLE TRE DI NOTTE

INFINE L’INFINITO

FELICE ACCANTO AL GANO

…E LE 101 PAROLE DI…

L’AGNELLINO D’ORO DELLA MUSIC DOME

DUE STELLE

GIOCHI DI GUERRA

NO

Leggi anche: Letture di luce sulla pelle


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Esce giovedì 3 giugno la prima pubblicazione di Bruno Magnolfi (foto), Bionda Naturalmente, edito da Robin Editore. Bruno ha scritto molto per questo blog negli ultimi mesi e partecipa attivamente alla community Rivoluzione Creativa.

“Giulia è una donna sull’orlo della separazione dal marito ma, mentre è convinta di avere più interrogativi che certezze, la sua vacanza prende una piega inaspettata, svelandole elementi della propria vita che le faranno capire molte cose insospettabili.
Il suo percorso interiore, costellato di varie figure di contorno che qualche volta avvertono il disagio della sua personalità poco comune, si snoda attraverso tante piccole percezioni, e una serie variegata di ricordi dei vari periodi della sua vita, fino a giungere a una comprensione più completa e risolutiva dei tanti punti interrogativi di cui è sempre stata disseminata la sua esistenza.”

Il romanzo, con la copertina illustrata da Giulia Tesoro (anche lei di Rivoluzione Creativa) potrete trovarlo nelle migliori librerie.

IL DISEGNO PER LA COPERTINA DI UN LIBRO

La lampada illumina il piano dello scrittorio in modo implacabile, con la sua luce decisa, definita. Osservo i pochi oggetti là sopra, le carte disordinate, le matite, i piccoli abbozzi di disegno che ho già tentato più volte. Non so, non riesco a capire: è come se le idee per questo soggetto che vorrei disegnare fossero tutte fuggite, e niente di me fosse in grado di richiamarle, di renderle presenti davanti ai miei occhi. Poi prendo tempo, mi muovo, spengo la lampada, torno a riaccenderla. Ecco che dietro al mio sguardo nasce qualcosa, come una nostalgia verso un evento che non ho mai vissuto, ma infine anche questo barlume si attenua e sparisce del tutto. Suona alla porta il ragazzo del bar sotto casa: mi ha portato due sandwich, una birra, le solite cose, prendo il sacchetto di carta, cerco i soldi che lui attende di avere. Prima di lasciarlo andar via gli rivolgo una domanda, così, senza avvisarlo. Lui risponde con un semplice sorriso, lo sa che sono uno strano, c’è da aspettarsele da uno come me delle uscite un po’ insolite. Ma prima di andarsene giù per le scale, si ferma un momento, si volta, mi guarda, dice soltanto: “Il mare; si, il mare è la cosa più difficile da disegnare”, e poi se ne va. Ha ragione, penso, è questa la risposta più giusta. Il senso del mare è impossibile da cogliere in un solo disegno; si può fermarne un aspetto, un’onda, la riva, l’orizzonte, ma non l’idea complessiva del mare. Torno alla mia lampada e al piano dello scrittoio: adesso lo so quale sarà il tema da disegnare stasera, qualcosa che non sarò mai capace di completare, e siccome non riuscirò ad esaurirlo, il mio disegno rimarrà aperto, da concludere, soggetto a variazioni infinite.

Bruno Magnolfi – Altri Lavori

Giulia Tesoro – Altri Lavori

FONTE: RIVOLUZIONE CREATIVA

Ecco gli ultimi interventi apparsi sul sito della community Rivoluzione Creativa e su gli altri progetti di Willoworld. Entra anche tu in Rivoluzione Creativa e crea insieme a noi!

Letture nella foresta

LIBERO

La posizione che ho dovuto assumere nel letto è scomodissima. La cinghia attorno alle braccia mi ha quasi tagliato la carne, e il dolore nella schiena, che non posso muovere neppure di un millimetro, mi impedisce di chiudere gli occhi nonostante l’iniezione di tranquillante… continua…

L’ATTILLATO

L’angoscia si era diffusa dentro di me giorno dopo giorno. Senza neanche sapere perché, mi ritrovavo a tremare, a stringere le ginocchia tra le braccia, a mettermi le mani dentro ai capelli, certe volte anche a piangere. Spesso desideravo con tutto me stesso che arrivasse qualcuno o qualcosa ad interrompere una situazione così negativa, anche se sentivo nel profondo che era impossibile… continua…

CYBERBLUES

Una bottiglia di bourbon e il cielo grigio della città. Non ho bisogno di altro per stasera. Il malto attanaglia le budella come solo lui sa fare, e la testa galleggia tra le note di un vecchio disco, lontana dai baci e dalle carezze di lei, che non è più con me… continua…

DOTTOR JACOB (101 PAROLE)

Con Layla giocavamo a fare i dottori…
Tutto incominciò per sbaglio, perché spesso succede così, la vita intendo, è tutta un dannatissimo errore! L’attrazione, il sesso, la complicità, l’amore (o quello che è) e poi le prime litigate, gli umori, le noie… continua…

LO STREGONE RIPUDIATO

«Volete sapere perché ho abbracciato l’Ombra? Ebbene, voglio raccontarvi una storia…
…la storia di un ragazzo diverso eppure uguale, con un talento particolare per la magia. Mentre i compagni di scuola la imparavano a memoria, quel ragazzo la stravolgeva, e presto capì che era questo il vero senso della via dello Stregone. Distruggere e ricostruire… continua…

SOLO UNA ROSA

Vendere fiori non sempre era semplice. Si doveva avere un sorriso per tutti, come il commercio al dettaglio spesso richiede, però c’erano anche clienti che portavano i fiori sopra a una tomba, altri che invece omaggiavano i vivi, che facevano la corte a una donna, c’era chi festeggiava una nascita, o chi andava a una festa per un compleanno, e chi a un matrimonio… continua…

INERZIA

Alterando quasi tutte le percezioni dei sensi, la febbre aveva dato il suo apporto stravagante alle cose. Lui barcollando si era alzato dal letto per bere un po’ d’acqua, in realtà solo perché odiava farsi fare l’iniezione rimanendo sdraiato… continua…

LA STORIA DI JACK IL VENTRILOQUO

Ho scoperto che Jack il ventriloquo vive una vita normale. Che poi, pensaci!, non vuol dire proprio un cazzo di niente. Quanto vivi tra la gente, vivi sempre una vita normale, a modo tuo. Bene! Jack la vive proprio così la sua vita, ma parla con la pancia. Lui dice che parlare con la pancia gli fa male, che in ogni caso è peggio che muovere la bocca… continua…

LA SPIAGGIA

La linea che divide l’acqua dalla sabbia segna il passaggio tra due mondi. Camminare seguendo quella linea è come galleggiare in un limbo a metà strada tra due verità. La spiaggia è il luogo in cui convergono le domande… continua…

L’ULTIMO LAMPIONE

Ritto sulla balaustra affaciata sul fiume, me ne sto fermo da quasi tre secoli, povero vecchio lampione mezzo arrugginito.
Per la verità non sono come tutti gli altri; sono l’ultimo lampione di questa antica e polverosa strada costruita per le carrozze ed ormai percorsa ogni giorno da migliaia di mostri di latta rombanti e strombazzanti… continua…

LEGGI ANCHE: LETTURE SU UN TAPPETO DI FOGLIE

L'attillato

Illustrazione di Giulia Tesoro – Altri lavori

L’ATTILLATO
di Bruno Magnolfi

L’angoscia si era diffusa dentro di me giorno dopo giorno. Senza neanche sapere perché, mi ritrovavo a tremare, a stringere le ginocchia tra le braccia, a mettermi le mani dentro ai capelli, certe volte anche a piangere. Spesso desideravo con tutto me stesso che arrivasse qualcuno o qualcosa ad interrompere una situazione così negativa, anche se sentivo nel profondo che era impossibile. A volte facevo un giro a caso con la mia macchina e mi sembrava incredibile che ancora si costruissero case, strade, palazzi, sterminate periferie incolori dove la gente perdeva qualsiasi identità. I vestiti attillati mi erano sempre piaciuti, le pieghe e le grinze mi pareva deturpassero il corpo, dovevano essere addosso nel numero minore possibile, e piccole. La stoffa di troppo attorno alla pelle era qualcosa che rovinava l’estetica della persona, ne cambiava qualsiasi connotato, andava evitata. Qualcuno mi disse che dovevo conoscere gente, scambiare le idee, confrontare i pensieri con quelli di altri, così entrai dentro ai bar della zona cercando di essere un po’ spiritoso per attaccare bottone con qualche soggetto che si giocava la briscola o segnava i punti al biliardo, ma non legai con nessuno, e un paio di persone mi dissero di levarmi dai piedi. Non ci credevo, non credevo più a nulla, mi pareva tutta una fregatura continua, mi rendevo conto che nessuno aveva bisogno di me. Giravo per strada e vedevo persone che erano più corazzate di me, e quindi stavano bene. Spesso, con il mio abbigliamento attillato, io mi sentivo più nudo degli altri. Non avrei potuto cambiare i calzoni con un paio meno stretti, non era per me, non sarei stato lo stesso: alla mia identità ci tenevo. Quando mi misi con quel gruppo di persone completamente fuori di testa, lo feci perché mi sembrarono subito pieni di tanto entusiasmo, ma soprattutto perché non mi chiesero niente. Mi chiamavano, a volte, ci si ritrovava in luoghi improbabili, spesso c’era anche gente che non conoscevo, che non c’era la volta passata, e mi offrivano qualcosa da bere, dei panini imbottiti, erano tutti cortesi e parlavano, qualche volta parlavano anche con me. Ci si sistemava sull’erba, a volte seduti sopra le pietre, e poi si guardava il tramonto. Infine si tornava alle macchine e via, ognuno per sé. Una volta dissi a qualcuno che avevo iniziato a guardarlo anche da solo il tramonto, ma quello si arrabbiò, fece un mezzo casino, alla fine andò a dirlo anche al capo, un tipo che faceva il discorso per tutti, e quello venne da me, scuro in faccia come la notte, e mi disse che non dovevo tornare. Non capii dove avevo sbagliato, però fui contento lo stesso: avevo detto la mia, non ero stato del tutto a quello stupido gioco; e poi quella gente portava mantelli, giacconi, tuniche, tutti vestiti larghi e pieni di grinze e di pieghe, non avrei potuto andarci d’accordo parecchio, anzi forse era troppo anche quel poco di tempo che era appena trascorso. Me ne andai, e questo fu tutto.

Bruno Magnolfi – 19 agosto 2009 – Altri Lavori

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FONTE: RIVOLUZIONE CREATIVA