Posts contrassegnato dai tag ‘Marco Muzzi’

PASSAMI LA CICCA

Un disperato bisogno di  vita… danneggiando i rivestimenti in pelle del sedile sulla carrozza 24, Stefano ripercorreva i chilometri passati come un risucchio doloroso. Niente ti avrebbe riportato indietro e la fuga era ora possibile… continua…

C’ERA UNA VOLTA

Maddalene conserva negli occhi i sogni di suo padre. L’ha lasciata una notte d’inverno, su quella curva a gomito a poche centinaia di metri da casa. L’asfalto era bagnato. Il buio e poi la nebbia, che ricopriva ogni cosa, come la patina di povere che riveste i mobili antichi, come il tempo che si adagia sui ricordi offuscandoli, senza mai però cancellarli… continua...

I VEGGENTI DEL NUOVO MONDO

Il collasso del mondo non avvenne dal giorno alla notte, come molti si aspettavano. Accadde lentamente, attraverso gli anni e le generazioni.
Fu come un complicato meccanismo, messo in moto da molteplici fattori; lo scontro tra religioni, l’esaurimento delle risorse energetiche, lo scioglimento dei ghiacciai, il divario tra i ricchi e i poveri e soprattutto l’odio e l’ignoranza accumulata nei secoli… continua…

JESSICA

Un sogno, nient’altro che un sogno.
Eppure ancora mi pare di riviverlo. Il profumo di orchidee, la bocca carnosa che mi sfiora la schiena, il respiro caldo sul mio corpo. E poi gli artigli, accarezzanti sulle costole, lenti ma inarrestabili verso il linguine. Il sesso nelle sue mani, ed io completamente perduto nel suo gioco… continua…

IL PALAZZO DEL BARONE PREZZEMOLO

«Figliolo, vedi il palazzo ritratto in quella foto lassù?»
«Si zio, lo vedo».
«Un giorno il Barone Prezzemolo decise di demolirlo, malgrado tutti fossero dell’opinione che il palazzo fosse il cuore di quel paesaggio. Infatti come vedi era proprio una bel palazzo… continua…

RADIO BLUES

La radio sta andando con un mood lento, da estate, perché fuori non tira un alito di vento ed è pieno di dannati moscerini. É rimasta solo lei a raccontarmi le storie, vecchia scatola nera con l’antenna rotta, riesci ancora a prendere quella stazione blues, e chissà perché continua a trasmettere. Ma quanti ubriaconi come me vivono in questa maledetta città, e ascoltano vecchi pezzi di Tom Waits e dei primi Deep Purple? Quanti…  continua…

CORRI DEMONE, CORRI!

Il rumore della discoteca era assordante anche nel parcheggio. Jeco infilò a fatica la chiave nella serratura della sua scattante millesei con motore compresso, camuffata da utilitaria, e si mise al volante… continua…

E LE POESIE:

Amarti non é stato vano

Lettera al figlio adoloscente

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Letture di Settembre

AVREBBE FATTO MEGLIO A NON VOLTARSI

Avrebbe fatto meglio a non voltarsi; per non rimpiangere quello che stava per lasciare; per non vedere quanto male avrebbe fatto; per dimenticare per sempre lo sguardo impassibile di chi l’aveva accusata. Ma la sua mente era troppo fragile in quel momento, e la sua paura più grande di qualsiasi responsabilità: fuggiva per quell’istinto di sopravvivenza che ci avvicina così tanto agli animali, da far sembrare un delitto un semplice evento nel corso inarrestabile della natura, eppure nella sua testa una frase batteva come un martello: “non è possibile”… continua…

IL LOMBRICO CALZOLAIO

Viveva in Lombricolandia il Lombrico Calzolaio.
Un giorno venne la guerra e il generale dell’esercito dei millepiedi chiese al Lombrico Calzolaio di preparare gli stivali per la campagna militare. Ma nel momento in cui il povero lombrico terminò il suo lavoro, la guerra era già finita… continua…

NOTTE A SHANGHAI

Osservo il mio viso allo specchio dopo essermi truccata, cerco qualche imperfezione, dopo un’attenta analisi mi ritengo soddisfatta. I capelli perfettamente acconciati come la moda occidentale impone, il viso un ovale perfetto accarezzato dalla cipria, sugli occhi un velo di trucco, le ciglia marcate da una linea nera. La bocca rossa, un piccolo cuore morbido in cui sbocciare… continua…

SUL TETTO DEL MONDO

Le avevano detto che il suo nome traeva origine dalla Luna, e con essa poteva crescere e ciclicamente rinnovarsi, le avevano detto di chiamarsi Thana, e che i raggi della luna l’avrebbero protetta, come la giovinetta che nel pericolo di essere violata venne soccorsa da essi, uccidendo il persecutore… continua…

IL PORTICO

Un soffio di vento le pettinava i capelli…”che miseria” pensava,  aveva da poco intravisto il bagliore di un amore e lo aveva perso per la testardaggine di una convinzione troppo ostinatamente espressa. Ora, quello che era una sirena sparata a 10.000 decibel delle sue urgenze di, ormai ex, adolescente, le ritornava  come l’eco di un fischio lamentoso fra costole e costole… continua…

UNA TERRIBILE ESTATE

New Orleans, 1922

Domenica 13 Agosto

Caro Teodor,

sono già passati quattro mesi dalla mia partenza da Chicago e trovo finalmente tempo per scriverti. New Orleans è calda e appiccicosa e questa condizione sembra riversarsi anche sull’ambiente che mi circonda. Ogni cosa, case, strade e persone hanno le sfumature dell’ambra, come se tutto fosse ricoperto di miele;  mi pare ormai di sentirne perfino l’odore nell’aria. Siamo ancora in America ma il grigiore di Chicago ha lasciato posto a colori e suoni quasi caraibici… continua…

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