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Non so quanto ancora ci vorrà prima di essere scoperto.
Attendo trattenendo il respiro, nascosto dietro questa tenda damascata.
Nella stanza i tredici vecchi parlano con voci gravi.
Sono quasi difficili da capire le loro parole, come contornate da atichi saperi.
Lo stato di angoscia va sempre aumentando mentre la cadenza di ogni singola parola rallenta, rallenta, rallenta.
Percepisco distintamente il passare dei secondi tra ogni sillaba.
Non hanno fretta di farsi capire.
Nessuna fretta di comunicare.
Sembra più un gioco al massacro: vince chi inganna di più lo scorrere del tempo.
Voci gravi e lente, lente e accordate, sicure, pesano e misurano ogni sillaba, lentamente.
Temo di non sopportare ancora per molto l’immobilità in cui mi sono costretto.
Ho paura di essere rapito da l’istinto di saltar fuori da questo mio nascondiglio e urlare.
Solo per rompere questo rituale infinito.
Non so quanto tempo mi rimane o quanto ci vorrà ad essere scoperto.
Peggio ancora ad abituarmi a questa nenia di voci; assopirmi e farmi cullare dalla melodia assassina.
Poi una luce che rischiara la tenebra.
L’idea che salva la mia mente preda dell’oblio.
Apro la finestra che mi sta alle spalle.
Un veloce sguardo alla luna.
E spicco il volo.
“Il Mostro”
Sulle note di “D’angelo” dei Diablo swing orchestra
From: NOVOCAINA

 

Ma cosa è che vuoi?
Di cosa necessiti? E sopratutto cosa è che desideri realmente.
Sicuro che questa voglia non sia “inflitta”?
Si, intendo inflitta. Come una ferita nel cervello, che lascia una cicatrice indelebile.
Credi che sia una necessità e invece non è altro che una cicatrice.
Percepisci l’odore di un roseto nella primavera appena accennata…
Poi ti volti e ti accorgi che una nuvola grigia di smog è dietro di te.

Sulle note di “You can’t alwais get what you want” dei Rolling Stones

RACCONTAMI SULLE NOTE DI…

Il tutto

Pubblicato: 7 novembre 2009 da novocainamagazine in PENSIERO
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Toglietemi tutto, la voglia di combattere, di ricordare e soprattutto quella di provare e sperare.

Toglietemi anche quel brandello di meritocrazia che ciondola lacerato dal cadavere della uguaglianza. Toglietemi i pensieri, fateli vostri e fotteteveli finchè ne avrete la forza. Toglietemi il piacere, il sorriso. Toglieteci la lealtà, rendeteci lupi che sbranano lupi. Prendete l’onore e l’onestà e giocateci alla roulette russa, vediamo a chi per primo esploderà il cervello. Toglietemi tutto cosicchè vagherò nudo nel vostro marcio deserto sterile. Ma quando, la sera, ferito e ansimante raggiungerò la mia tana ripenserò a tutti voi e affilerò le mie zanne, cercando un modo per riprendermelo… Il Tutto.

#LUPUS INFYBULA#

http://novocainamagazine.blogspot.com/

Riporto quest’ultimo, controverso articolo del solito Freda riguardo ai revisionisti dell’olocausto. Premetto che prendo le distanze da queste persone, maneggio le loro teorie con attenzione e cerco di farmi una mia idea. Credo comunque che il loro lavoro sia molto importante. É sempre bene cercare di guardare agli eventi (passati e presenti) da nuovi punti di vista. Solo cosi é possibile riuscire ad afferrare una piccola parte del disegno.

La cosa che mi preoccupa, leggendo questo articolo, é il trattamento che viene riservato a questi signori, nelle nostre belle patrie della libertá. Ci é permesso di venerare dei assurdi, partecipare a rituali esoterici, negare e bestiemmiare le religioni, dedicarsi alla pornografia, assistere a film violenti, pensare l’impensabile, ma se ti beccano a revisionare certe veritá storiche t’aspetta niente di meno che la persecuzione. Succede con l’olocausto oggi…. forse domani ci saranno altri pensieri tabú, ad esempio l’11 settembre. Brutto affare, dico io!!!
Buona lettura.

L’OLOCAUSTO: UNA BUFALA DI CUI LIBERARSI
di Gianluca Freda

Fredrick Toben, storico e studioso dell’olocausto, è stato arrestato oggi all’aeroporto londinese di Heathrow, sulla base di un mandato di cattura europeo emesso su richiesta delle autorità tedesche. Si tratta dell’ennesimo caso di persecuzione del libero pensiero e della ricerca storica. Toben aveva osato non solo dire (che per i padroni dell’occidente sarebbe poca cosa), ma, ahilui, dimostrare quella verità con cui ogni europeo dotato di senso critico in decenti condizioni ormai non può più fare a meno di confrontarsi: che l’olocausto ebraico è stato una gigantesca bufala, inventata nel dopoguerra come mitologia su cui fondare l’ordine coloniale che dal 1945 vige in Europa e che ha raggiunto di recente punte di repressione e violenza mai viste prima. Toben è uno dei molti studiosi dell’olocausto oggi in carcere per aver svolto ricerche sulle presunte “camere a gas”, sui presunti “sei milioni di morti di ebrei”, sul presunto “sterminio su base razziale” di Hitler. Persone incarcerate per aver indagato, con gli strumenti della storiografia, su quegli eventi lontani e per aver scoperto – fin troppo facilmente – la verità: che erano pure invenzioni propagandistiche, create per tenere in piedi l’ordine mondiale usraeliano che ci domina da oltre sessant’anni e che, nel momento del crollo dei suoi pilastri ideologici, mostra la faccia più feroce.

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