Posts contrassegnato dai tag ‘rete’

 

Il ministro forse non sa che questa non è la tv ma bensì la Rete dove le menzogne vengono scoperte!Video di insulto ai precari: http://www.youtube.com/watch?v=JMnq-oZ_qzs

La ricostruzione falsa di Brunetta: http://www.youtube.com/watch?v=R3QfM1pmdyQ

Per chi volesse dire la sua a Brunetta qui la pagina facebook: http://www.facebook.com/renato.brunetta

Qui il suo canale youtube: http://www.youtube.com/renatobrunetta
Saluti

CLICCA  QUI PER ANDARE AL CONTATORE

Questa è la risposta concreta alle parole sciagurate prive di senso della realtà, ma non di ridicolaggine, che la Rete dà a Stracquadanio. Il contatore, che si aggiorna in automatico ogni 10 secondi, potete  trovarlo nel sito di Byoblu (creatore del logo) dove c’è il codice per metterlo nei siti.
Saluti

Ingenuo colui che crede che la rete ci salverà. La rete, come è sua natura, non può fare altro che irretirci…

Devo dire che ci ho sperato. Lo strumento è senza dubbio potente, ma rimane uno strumento. Il potere di cambiamento è sempre e solo nelle persone, non negli strumenti.

Avete provato a guardarvi in giro, virtualmente parlando? Nel senso, avete mai provato a leggere i commenti della gente agli articoli, video, immagini e a tutto quel ben di dio che viene caricato ogni giorno sulle pagine del villaggio globale? È un esercizio in cui mi perdo sempre più spesso, e mi prosciuga di tutto quell’entusiasmo che ero solito avere.

Da dove viene tutto questo malcontento? La maggior parte di queste reazioni sono scritte con inchiostro verde bile. Trovare una critica ragionata, positiva ed educata è praticamente impossibile. Dietro lo scudo di un nickname la gente tira fuori il peggio di se. Ma quanto sta male, mi chiedo…

È la rete che ci sta trasformando in una massa di cinici anonimi codardi? E menomale doveva servire a raggiungerci, capirci ed unirci! O forse siamo ancora in una fase embrionale. Forse dobbiamo ancora capire come sfruttare lo strumento nel modo migliore.

Il mio consiglio è solo uno; prima di commentare, pensateci, e poi ripensateci. Chi carica un video o scrive un articolo lo fa principalmente nell’interesse di chi lo guarderà e lo leggerà. Il riquadro per i commenti non deve trasformarsi in un ring per sfogare la propria rabbia, ma in un’opportunità per un sano confronto di idee.

Si, ma che ve lo dico a fa’!

Add to FacebookAdd to DiggAdd to Del.icio.usAdd to StumbleuponAdd to RedditAdd to BlinklistAdd to TwitterAdd to TechnoratiAdd to Yahoo BuzzAdd to Newsvine

Like This!

A noi manca consapevolezza di ciò che accade. Ha ragione Orsobyanco quando dice che sembriamo dei carbonari nascosti in Rete per riunirci tra di noi per parlare di quello che non va. Ha ragione! Sembriamo dei pazzi rinchiusi in una palla di vetro che urlano… e chi ci vede dall’ esterno vede delle persone che si sbracciano, urlano e si dimenano… ma senza sentirle… e probabilmente il pensiero sarà: “ma vedi quei pazzi”.Già noi siamo quei pazzi, quella minoranza che usa la Rete e si indigna per tutto quello che non va… e si incazza ancora di più quando nel Tg1 (che dovrebbe essere il Tg più imparziale) dà notizie come quella su Dell’ Utri nella quale si conta a ripetizione la parola “assoluzione”, “assoluzione”, “assoluzione” dove “infiocchettano” un servizio che per le orecchie di uno poco allenato potrebbe risultare come l’ ennessima vittoria di Berlusconi verso tutti quelli che lo infangano senza ragione. Oppure l’editoriale di Studio Aperto… basta che lo guardiate da voi per farvi un’idea… nel quale Berlusconi viene dipinto come una vittima di un sistema compatto che lotta esclusivamente contro di lui! E questi solo solo degli esempi di una lunga serie… ma se tutte le tv a fronte comune parlano con i medesimi toni, se poi trovi gli stessi riscontri nella maggior parte della carta stampata allora forse pensi che ti stiano dicendo la verità! Insomma molte persone giustamente non hanno molto tempo da dedicare all’ informazione, pensate a chi si spacca la schiena tutto il giorno e ritorna a casa la sera, magari ha pure dei figli ai quali deve dedicare attenzione, una moglie e quant’altro… sicuramente non avrà molta voglia di mettersi in Rete per vedere quante cazzate sono state dette oggi! Al massimo accenderà la tv per vedere qualche Tg, magari di quelli finti imparziali che sono peggio degli altri, e si informerà così… anche perché se dovesse cercare riscontri in altri Tg o giornali il tenore dell’ informazione sarà il medesimo e quindi come non finire per credere a quello che ti dicono???Si rimane senza parole…

Ma c’è una soluzione?

Forse nel breve no, fin quando la gente continuerà a credere alle tv… fin quando la mentalità non andrà a cambiare perché io sono certo che molti sanno di cosa stiamo parlando, magari non in maniera approfondita ma lo sanno, ma probabilmente il menefreghismo vince come se tutto ciò non li riguardasse, come se stesse capitando in un altro mondo…Gli indiani erano stipati nelle riserve, noi peggio ancora, ci hanno messo dentro una palla di vetro nella quale non si sentono neanche le urla e chi ci vede nota solo delle persone arrabbiate che muovono la bocca… siamo noi i pazzi mica loro!!!

Saluti

L’Ansa battuta qualche minuto fa a proposito della fiducia che il Governo chiederà sul Maxi-emendamento in materia di intercettazioni ha un significato sinistro e preoccupante per la Rete: il testo maxi-emendato, infatti, introduce nel nostro Ordinamento l’obbligo di rettifica entro 48 ore a pena di una sazione pecuniaria tra i 15 ed i 25 milioni di vecchie lire per tutti i titolari di “siti informatici”.

Ho già detto molto, se non tutto, qui e qui a proposito della questione e, per non ripetermi (troppo) credo debba solo aggiungere che il Governo sta mostrando, una volta di più, di non conoscere la Rete ma di temerla incredibilmente almeno fin tanto che sarà diversa da una televisione…

Il maxi-emendamento rischia di cambiare molto nelle dinamiche dell’informazione in Rete ed è un inutile sacrificio della libertà di espressione che comprimerà i diritti di molti senza arrecare alcun vantaggio neppure a pochi.

Parliamone, parliamone, parliamone…

FONTE: guidoscorza.it

internet censura

L’episodio che é accaduto qualche giorno fa al nostro collaboratore 3my78, che si è ritrovato l’account di Youtube sospeso, è un chiaro sintomo dell’inizio della nuova era della rete (Internet 3.0???) e non riguarda solo l’Italia. Si scopre infatti che non sono solo i video di Grillo, Byoblu e altri blogger italiani ad essere cancellati dal servizio, ma anche quelli delle più importanti testate di controinformazione straniere. Ad Alex Jones ad esempio è stato sospeso l’account solamente perché in un suo video compariva una pagina del Pittsburgh Post-Gazette sotto copyright, anche se il giornale ha dichiarato di non aver segnalato l’infrazione.

Youtube, da libero servizio si sta movendo in direzione degli interessi delle corporation. Questo prima o poi succederà a tutti i grandi network della rete, e anche se rimarranno sempre delle piattaforme su cui caricare i nostri video, diventerà sempre più difficile rintracciarli. La speranza forse è nascosta in questo Wolfram Alpha, il nuovo motore di ricerca dal quale ci si aspetta una vera e propria rivoluzione del web. Verrà lanciato lunedì 18 maggio, e qualcuno dice già che rimpiazzerà Google.

Ma come già ho segnalato nei miei interventi precedenti, il mondo politico ed economico si sta pian piano movendo per limitare sempre più la libertà in rete. Una legge qua (vedi Francia), una spinta lá (vedi Spagna) un verdetto laggiú (vedi Svezia), e se noi utenti non incominciamo a fare qualcosa, faremo la fine della rana nella pentola. I ragazzi di Pirate Bay, condannati a pagare un risarcimento di 30 milioni di SEK, hanno inventato il Distributed Denial of Dollars attack (DDo$), ovvero un sistema geniale per contrattaccare le industrie discografiche che li hanno denunciati. Hanno chiesto agli utenti di Pirate Bay (che sono milioni) di trasferire sui conti dello studio legale che rappresenta queste industrie musicali un importo minimo (1 SEK= 0,13 centesimi di dollaro), considerando che le spese per il ricevente saranno circa il doppio (2SEK). Un attacco legale e pacifico che spero dia dei buoni risultati.

Gli stessi ascoltatori del radio giornalista Alex Jones hanno ribattuto alla chiusura del suo canale su You tube caricando centinaia dei suoi video su altrettante postazioni, rendendo praticamente impossibile il lavoro dei moderatori per rimuovere il video incriminato.
Gli utenti possono fare molto. Dal bloccare le caselle di posta con valanghe di spam, a stipare i server caricando tonnellate di megabyte. La battaglia è in corso, e se non vogliamo che, come qualcuno ha già profetizzato, Internet diventi presto una sorta di PAYTV, dobbiamo muoverci subito ed insieme.
Perché alla fine dei conti, Internet siamo noi!

Bookmark and Share

RESET: D'Alia

RESET: D'Alia

La regolamentazione del cyberspazio,
QUALSIASI REGOLAMENTAZIONE DELLA RETE,
e’ soltanto una scusa per smussarne le potenzialità
e ridurla ad una TV interattiva…

La rete non esiste:
siamo NOI la rete,
ed i social network rispecchiano la realtà.

Cancellare il Male da lì,
non servirà a cancellarlo nella realtà.

Grazie a tutti per il vostro impegno!

D’Alia, alla prossima! 🙂

IL CASO UNICO DELL’ITALIA IN RETE

Pubblicato: 2 dicembre 2008 da Willoworld in INTERNET
Tag:, ,

internet

Italia, meno famiglie sul web caso unico nell’Unione europea
Secondo Eurostat nel 2008 è diminuita la diffusione nelle case: il 42% rispetto al 43 del 2007. Peggio solo Bulgaria e Romania

Italia, meno famiglie sul web caso unico nell’Unione europea
ROMA – Cala la diffusione di internet in italia. Nel 2008 le famiglie che accedono alla rete sono il 42 per cento rispetto al 43 per cento del 2007. Si tratta di un caso unico nelle Ue: tutti gli altri 27 Paesi, infatti, mostrano un aumento della diffusione tra le mura domestiche.

Secondo i dati diffusi oggi da Eurostat, l’italia si colloca al terz’ultimo posto, peggio di noi solo la Bulgaria (25% ma in aumento rispetto al 2007) e la Romania (30% ma in aumento rispetto al 2007). Al top l’Olanda (86%), poi Svezia e Norvegia (84%), Danimarca (82%), Lussembeurgo (80%) e Germania (75%), Regno Unito (71%). In generale la media europea è del 60%.

L’Italia risulta indietro anche per quanto riguarda la diffusione della banda larga, presente nel 31% delle famiglie contro il 48% della media europea. Tuttavia, la percentuale è in netta crescita rispetto al 16% e al 25% registrati nel 2006 e nel 2007.

Nel nostro Paese risultano basse anche le percentuali di ‘informatizzazione’ di una serie di attività quotidiane: dai servizi bancari (15% contro il 28% nell’ue), ai rapporti con la pubblica amministrazione (15% contro il 28%), passando per la lettura dei giornali (17% contro il 26%), lo shopping online (7% contro il 25%) e la ricerca di un lavoro (7% contro il 13%).

Poi mi stupisco se mia moglie (vivo in Olanda) apre ogni giorno la posta elettronica e trovi una decina di e-mail. Se ha il suo piccolo negozio on line che piano piano funziona. Se apre un forum di discussione e subito una decina di contatti la seguono. E dire che ci sta meno della metà del tempo di me davanti al PC.
Se Internet non fa la felicità (ed io sono primo a crederci) certo non la fanno il telefonino o la televisione. Fatto sta che la rete è un mezzo incredibile, una grande opportunità per conoscersi, informarsi, comunicare, creare, e salvare del tempo prezioso.

Regali di natale? Già fatti, ieri sera al PC. Un ora e mezzo insieme a mia moglie, un tè due dolcetti, un paio di chiacchiere davanti allo screen… “Che ne dici del trenino di legno per il cuginetto? A mio fratello gli prendo un grembiule di Jamie Oliver… Ah, finalmente ci facciamo la telecamera!” Due colpi di click e il gioco è fatto. Niente code alle casse, niente parcheggi, benzina, pacchi, pacchetti, stress. Tutto direttamente a casa.
Ma già che ci siamo paghiamo anche le bollette… Altri due click e non c’è più bisogno di fare le code alle poste.

L’equazione è presto fatta. Se l’Italia stesse bene potremmo dire che Internet non serve a una mazza, ma visto in che condizioni si trova il vecchio stivale credo che questa diminuzione di utenze (caso unico in Europa!!!) sia l’ennesimo sintomo del grande malanno. Un malanno che dura ormai da diversi anni, e ammettiamolo, ormai solo per convenienza possiamo dare colpa al Bilosco.

Svegliamoci Italioti!!! La globalizzazione positiva non può che passare per la rete! Non assuefarsi davanti allo screen, mi raccomando (a volte io stesso ci prendo gusto), ma un utilizzo intelligente, costruttivo e composto del mezzo elettronico può spalancare migliaia di porte.
Ma che ve lo cico a fare? Tanto chi mi legge è già in rete. Bisognerebbe dirlo a chi non c’è…
Ciao!!!

DEL DR. KINGSLEY DENNIS
Re-Public.gr

Internet ha attraversato varie fasi di cambiamento da quando negli anni 90 sono apparsi i primi browser per il web, e ha cambiato radicalmente il modo in cui la gente entra in relazione, comunica, pensa, si collega e agisce. Con internet che diventa sempre più uno spazio in cui le persone fanno da creatori, co-designer, e i meccanismi di feedback delle applicazioni da molti-a-molti, si sta creando una nuova forma di interconnessione di insiemi. Questa inizialmente è stata chiamata il Web 2.0, in tema con la definizione di Tim O’Reilly di una delle lezioni chiave dell’era del Web 2.0, cioè “Gli utenti aggiungono valore”. L’emergere di mobilità e connessione sociale ampiamente guidate da applicazioni create dagli utenti stanno dando vita a quella che può definirsi “conoscenza condivisa allargata” attraverso modelli che cambiano nelle applicazioni tecnologiche e nella partecipazione dell’utente.

L’apporto maggiore di contenuti su internet, come siti web e mezzi di condivisione della conoscenza e della collaborazione per mezzo di network sociali e strumenti come Wikipedia e Cellphedia, apre la strada verso il “dilettantismo di massa”. Questo si può già notare in abitudini come il darsi un nick e unirsi a dei gruppi, nel blogging, nel podcasting e adesso nel “vlogging” (video-blogging). Questi nuovi strumenti di collaborazione online promuovono un modo nuovo di organizzare quantità enormi di informazioni. In effetti sono strumenti di collaborazione progettati per incrementare l’intelligenza collettiva permettendo l’accesso a memorie di dati comprensibili, cioè trasparenti agli altri utenti allo scopo di condividire link e informazioni. Se ne parla come di forme di una nascente intelligenza collettiva composita. Eppure l’espressione “intelligenza collettiva” può voler dire molte cose.
(altro…)