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Chi è Casey Crescenzo? È un tenerone di 27 anni con la barba con già una notevole carriera musicale alle spalle, leader fondatore dei The Dear Hunter, band di alternative rock con uscite progressive, songwriter, polistrumentista e produttore a tempo perso. Ma soprattutto Casey Crescenzo è la voce sofferta e melanconica che ci racconta la saga di “The Boy”, protagonista di un concept di sette album iniziato nel 2006 con il primo atto (The Lake South, The River North) e continuato nel 2007 e 2009 con gli atti 2 e 3, veri e propri gioielli del rock moderno. (altro…)

BLACK WIDOW LIVE

Pubblicato: 5 marzo 2011 da Willoworld in MUSICA
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Una delle mie band preferite degli anni settanta. Splendido e diabolico il loro Sacrifice, ma anche l’album di debutto, Black Widow, non è da meno. Recentemente è uscito il DVD Demons Of The Night Gather To See Black Widow Live, dal quale è estratto questo video (Come to the Sabbath). Il fotage rappresenta una performance del 1970 per la televisione tedesca.

Sembrerebbe che a distanza di 40 anni il sassofonista flautista della band, Clive Jones, abbia intenzione di pubblicare un nuovo disco insieme al cantante della formazione originale Kay Garret più alcune interessanti sorprese. Ci sarebbe già il titolo, Sleeping With Demons, e dovrebbe uscire quest’anno.

Fonte: The Colony of Slippermen

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DUE COMPILATION DELLA OWLRECORDS

Pubblicato: 31 gennaio 2011 da Willoworld in MUSICA
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Una compilation ispirata da una magnifica illustrazione di Charles Huxley. Trame progressive, oscuri vortici metallici e tanta melodia.  Ascoltatela a questo link.

INCOHERENCE

1. Karn Evil 9 (1st Impression)
Various Artists
2. Desperate Graves
The Mars Volta
3. Mount Marilyn
Tiamat
4. Enchantment
Paradise Lost
5. Vicarious
TOOL
6. Buying New Soul
Porcupine Tree
7. The Great Debate
Dream Theater
8. Homeworld
Yes
9. Conceiving You
Riverside
10. Waking Hour
Gathering
11. La terra dell’acqua
PFM
12. Anytime
Vanden Plas
13. Monsters and men
The Flower Kings

Ascolta le altre compilation

La compilation dei classiconi degli anni ’70 che segue la precedente Carina Nebula.

EAGLE NEBULA

1. Death Walks Behind You
ATOMIC ROOSTER
2. Hocus pocus
FOCUS
3. The Lamia
GENESIS
4. Epitaph (including March For No Reason and Tomorrow And Tomorrow)
KING CRIMSON
5. My God
JETHRO TULL
6. La Villa Strangiato
RUSH
7. Dazed And Confused
LED ZEPPELIN
8. Child in Time
DEEP PURPLE
9. The Revealing Science of God Dance of the Dawn
YES

Ascoltala qui

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I SUPERGRUPPI DEGLI ANNI ’90

Pubblicato: 7 dicembre 2010 da Willoworld in MUSICA
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Gli anni novanta hanno visto la rinascita del progressive rock, grazie a una manciata di felici episodi che hanno aperto la strada a nuovi sound e movimenti. La scena svedese nasce, o forse sarebbe meglio dire “rinasce”, con l’avvento di Anglagard e Anekdoten. I loro album di esordio rimangono ancora oggi dei masterpiece del genere. Negli States invece il progressive metal si consolida con Images and Words dei Dream Theater. Ai Marillion, che hanno tenuto il genere in vita durante tutti gli anni ’80, seguiranno una serie di band, soprattutto europee, che rifonderanno il sympho rock dalle ceneri dei grandi maestri degli anni ’70. È un periodo d’oro, quello della prima metà degli anni ’90, al quale seguirà una fase forse ancora più intensa, secondo una linea logica già vista. La seconda metà degli anni ’90 sarà infatti il periodo dei Supergruppi.

Nel 1997 esce Black Light Syndrome dei Bozzio Levin Stevens, al quale farà seguito Situation Dangerous del 2000. Sono due album a dir poco strepitosi, in cui melodia, potenza e tecnica si fondono alla perfezione. Si tratta perlopiù di sperimentazioni ed improvvisazioni, ma i risultati sono a dir poco devastanti.

Nel 1998 due quinti dei Dream Theater (Petrucci-Portnoy) danno vita al progetto Liquid Tension Experiment, con il supporto di Jordan Rudess (allora non faceva ancora parte dei DT) e del solito Tony Levin. La musica dei LTE è veloce, potente, assolutamente travolgente. Già l’anno dopo uscirà il secondo capitolo di questa bella collaborazione, Liquid tension Experiment 2, nel quale i nostri paladini proveranno a spingersi oltre, e a mio avviso con successo. Più deludente invece il terzo capitolo Spontanueus Combustion, datato 2007, privo della chitarra di Petrucci.

Più per palati sopraffini la collaborazione tra Tim Alexander (Primus) e Michael Manring, eclettico bassista americano, con l’aggiunta di Alex Skolnick (Testament). Attention Deficit, uscito nel 1998, è uno dei molti episodi di nobilitazione di musicisti appartenenti a scene estreme, come il metal appunto. A questo album seguirà l’ottimo The Idiot King del 2001.

Si danno da fare anche in Scandinavia, terra di grande tradizione progressiva. Due band culto dell’epoca, Anekdoten e Landberk, coniano il progetto Morte Macabre in cui vengono presentate cover di colonne sonore di vecchi film horror. Ma il momento più intenso dell’album è forse la lunga e drammatica Symphonic Holocaust, unico inedito in scaletta.

Sempre del ’98 il progetto Bruford Levin Upper Extremities, dove mezzi King Crimson incontrano il trombettista jazz Chris Botti e David Torn, che aveva già collaborato nel 1987 con Bill Bruford e Tony Levin nell’acclamato album Cloud Abaout Mercury. In questo caso ci si discosta leggermente dal rock, tuffandosi a capofitto nel jazz e nella fusion.

Nel 1999 Sean Malone dei travolgenti Cynic inizia il progetto Gordian Knot insieme a Trey Gunn, bassista dei King Crimson. Il risultato è un’opera di altissimo livello, che forse rappresenta nel migliore dei modi il fermento creativo di questo periodo. Ci sarà anche un seguito a questo disco, Emergent del 2003, quando ormai l’onda creativa è decisamente in declino.

Sean Malone parteciperà anche ad un’altro bel progetto del 2003, gli Official of Strategic Influence, insieme a Portnoy dei Dream Theater, Jim Matheos dei Fates Warning e il tasterista Kevin Moore, ex Dream Theater. Ed è proprio dai paladini del progressive metal che nascono altri due forti collaborazioni, i Platypus e i Transatlantic.

Non un semplice progetto tra grandi ma una vero supergruppo in stile ELP. I Transatlantic ci regalano in un decennio tre album di “true-progressive-rock” praticamente irraggiungibili, almeno per quanto riguarda la tecnica e il barocchismo. Al solito Portnoy si accostano Neal Morse (Spock’s Beard), Pete Trewavas (Marillion) e Roine Stolt (Flower Kings). Wirldwind, la loro ultima fatica, è del 2009.

Questi sono solo alcuni, ma forse i più importanti, progetti di quel periodo. A mio parere ognuna di queste opere non può mancare nella discografia di un vero progghettaro.

Fonte: Colony of Slippermen

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TRE NUOVE COMPILATIONS

Pubblicato: 26 novembre 2010 da Willoworld in MUSICA
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L’ISOLA DI CIPRESSI
(musica leggera italiana)


1. Stagioni – Francesco Guccini
2. Libero nell’aria – Sergio Cammariere
3. Sulle rive di Morfeo – Carmen Consoli
4. Dio mio no – Lucio Battisti
5. Femmena – Raiz
6. Ti Ricordo Ancora – Fabio Concato
7. Non E’ Tempo Per Noi – Ligabue
8. Madre Dolcissima – Zucchero
9. Eroe – Caparezza

Ascoltala qui

CARINA NEBULA
(progressive, rock, seventies)

1. Welcome To My Nightmare – Alice Cooper
2. Sleeping Village – Black Sabbath
3. Lay down stay down – Deep Purple
4. Perpetual Change – Yes
5. One White Duck ~ 0¹º = Nothing at All – Jethro Tull
6. The Cinema Show – Genesis
7. Since I’ve Been Loving You – Led Zeppelin
8. The Necromancer – Rush
9. Islands – King Crimson

Ascoltala qui

WHERE THE RAINBOWS DIE
(easy listening, reggae, eclectic, alternative rock)

1. Imitation of Life – REM
2. Side – Travis
3. The Teacher – Paul Simon
4. Pure Plesure Seeker – Moloko
5. Spies – Coldplay
6. Lilly – Pink Martini
7. Toledo – Elvis Costello & Burt Bacharach
8. Wonderful World – James Morrison
9. Find my baby – Moby
10. Singing softly to me – King of Convenience
11. Hard Luck Woman – Giuliano Palma & The Bluebeaters
12. I Surrender – David Sylvian

Ascoltala qui

Fonte: The Colony of Slippermen

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Sono prevalentemente tre i dischi che girano nel mio lettore Mp3 in questo novembre pieno di grigiore. È un mese ideale per un po’ di folk, per del progressive in veste vintage e soprattutto per la voce dell’oscuro ed alcolico Mark Lanegan.

Gli Agents of Mercy nascono da una costola dei Flower Kings (Roine Stolt e Jonas Reingold) e non si distaccano poi molto dalle sonorità dell’acclamata band svedese. L’uscita di questo secondo album Dramarama, che mi pare più convincente del precedente, farà sicuramente slittare la produzione del nuovo lavoro dei paladini del prog, di cui Stolt è il fondatore. L’ultimo disco dei Flower Kings risale infatti al 2007. Non è mai successo che la band impiegasse così tanto tempo per sfornare un nuovo album, ma i progetti paralleli di Stolt sono molti: Transatlantic, Karmakanic ecc…

Dei Lingalad ne avevo parlato in un articolo precedente. Ho ascoltato il loro nuovo lavoro La Locanda del Vento, che nei testi si distacca dalle solite tematiche tolkeniane del Signore degli Anelli. Un disco molto bello, in cui le atmosfere folkeggianti si amalgamano perfettamente ad un certo stile da “canzone italiana”. È un po’ come se il Branduardi più romantico incontrasse la PFM, o qualcosa del genere. Nel predente articolo avevo dato più risalto ai Fiaba, altra band italiana di musica fantasy, ma dopo aver ascoltato questo disco mi devo un po ricredere. Ascoltatevi Toni il Matto, ad esempio. Un pezzo pieno di forza ed emozione.

E per finire un disco del 2009, Broken dei Soulsavers. I Soulsavers sono un progetto di musica elettronica che mischia un po’ di tutto, dal soul al country, passando ovviamente per il rock, e nascono come duo (Rich Machin e Ian Glover) al quale si aggiungono via via diversi special guests, uno in particolare; Mark Lanegan. L’ex voce degli Screeming Trees appare nella maggior parte dei pezzi di questo disco, con la solita sofferenza di sempre, annaffiata da del sano whisky. Tra gli ospiti troviamo anche quel genio balordo di Mike Patton.

Tre album che vi terranno sicuramente compagnia nelle buie giornate di questo novembre. Cercateli su Filestube.

Fonte: The Colony of Slippermen

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Se al primo ascolto non mi aveva troppo convinto, nonostante le ottime recensioni che mi erano passate davanti, ad un successivo approccio mi sono subito ricreduto. L’ultimo album dei The Sword, band americana di stoner, è una vera mazzata allo stomaco, proprio come dovrebbe essere un disco di rock duro. Magnifico il singolo del video Tres Brujas, con un ritornello “cathcy”, ma la vera perla dell’album sono quei sette minuti e mezzo di The Chronomancer I Hubris, un susseguirsi apocalittico di riff martellanti. Un disco ideale per coltivare un po’ di rabbia oppure per scaricarla a tutto volume.

THE SWORD – Warp Riders

1. Acheron/Unearthing the Orb
2. Tres Brujas
3. Arrows in the Dark
4. The Chronomancer I: Hubris
5. Lawless Lands
6. Astraea’s Dream
7. The Warp Riders
8. Night City
9. The Chronomancer II: Nemesis
10. (The Night the Sky Cried) Tears of Fire

Se invece volete qualcosa di più morbido, rimanendo però sempre in zona rock, vi consiglio il secondo lavoro dei Lunatic Soul, progetto parallelo del cantante bassista e del tastierista dei Riverside, neo paladini della scena progressive metal. Si tratta di un lavoro che musicalmente deve molto al sound della band polacca, anche se decisamente più atmosferico e meno metal.

LUNATIC SOUL – Lunatic Soul II

1. The In-Between Kingdom
2. Otherwhere
3. Suspended In Whiteness
3. Asoulum
4. Limbo
5. Escape From ParadIce
7. Transition
8. Gravestone hill
9. Wanderings

Line-up / Musicians

– Mariusz Duda / vocals, bass guitar, acoustic guitar, percussion
– Maciej Szelenbaum / piano, keyboards
– Wawrzyniec Dramowicz / drums, percussion

Cercateli su Filestube

FONTE: Colony of Slippermen

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8 TRACKS: L’Arte della Compilation

Pubblicato: 28 ottobre 2010 da Willoworld in INTERNET, MUSICA
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Ve le ricordate le mitiche compilation da cassetta, quelle che ci perdevi un pomeriggio a farle, e quando avevi finito dovevi rimettere sugli scaffali decine se non centinaia di cd o addirittura vinili, e che poi ti sparavi a palla nell’autoradio? Posso dire di essere stato quasi un esperto di questa meravigliosa arte. Era il modo migliore per far conoscere nuova musica agli amici, il modo migliore per avere sempre la “creme de la creme” a portata d’orecchio. Se ancora non sapete di cosa sto parlando, vi rimando a questa splendida scena del film Alta Fedeltà.

E così, come per caso (anche se il caso non esiste, come dice qualcuno…), mi sono imbattuto in 8Tracks, un nuovo social network dedicato ai creatori di compilation. Carichi le tracce che ti servono, le inserisci in un progetto, ci aggiungi una copertina e il gioco è fatto. Unica restrizione, come al tempo delle cassette da 46/60/90 minuti, il massimo di 8 pezzi per compilation. Poi la tua opera compiuta puoi tranquillamente farla girare in rete, linkarla su FB oppure metterla sul tuo sito. Mi ci sono buttato al volo!

Ecco allora i miei primi esperimenti. Ascoltateli clikkando le copertine qui sotto…

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QUARANT’ANNI DI TEA FOR THE TILLERMAN

Pubblicato: 1 ottobre 2010 da Willoworld in MUSICA, RECENSIONI
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Esistono dischi perfetti? Che domanda sciocca… Però mi è sovvenuta subito pensando a questo album.

Quarant’anni fa usciva il capolavoro di Cat Stevens, leggero, melodico, sognante come la sua copertina, disegnata dallo stesso autore. Lasciamo stare per un momento le super classiche “Father and Son” e “Wild World”, che possono anche venire a noia dopo un po’. Pensiamo ad altro. Pensiamo alla triste Lisa, raccontata con voce sofferta, o al brano di apertura, “Where do the children play?”, incantevole e grintoso al tempo stesso.

Rolling Stone Magazine lo mette al 206esimo posto tra i 500 dischi più importanti del rock. Non significa che Rolling Stone sia la bibbia, intendiamoci, e nemmeno che la bibbia sia il libro della verità assoluta, ci mancherebbe solo questo! però è un dato importante. A mio avviso si tratta di uno dei quei momenti in cui tutto cade come dovrebbe cadere, ogni singola nota, ogni battuta, ogni parola. Tea for the Tillerman, a distanza di quattro decadi, suona ancora col solito incanto di sempre. Una mezz’oretta di magia, ecco che cos’è.

Tanti auguri, allora…

TEA FOR THE TILLERMAN

Musica e testi di Cat Stevens

1.Where Do the Children Play? – 3:52
2.Hard Headed Woman – 3:47
3.Wild World – 3:20
4.Sad Lisa – 3:45
5.Miles from Nowhere – 3:37
6.But I Might Die Tonight – 1:53
7.Longer Boats – 3:12
8.Into White – 3:24
9.On the Road to Find Out – 5:08
10.Father and Son – 3:41
11.Tea for the Tillerman – 1:01

Scaricalo qui: http://www.megaupload.com/?d=A478C36U

FONTE: The Colony of Slippermen

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Il nuovo album dei Mars Volta è già pronto, mancano soltanto i testi e le linee vocali di Cedric, che per la prima volta avrà la possibilità di lavorare da solo, senza l’occhio super critico di Omar Rodriguez. Da una recente intervista a Rolling Stone, si scopre infatti che il multi-talentato chitarrista dei Mars Volta quando entra in studio diventa un vero dittatore. Ma la sua ultima esperienza come regista del film The Sentimental Engine Slayer (terzo lungometraggio di Rodriguez che ha partecipato di recente al festival di Rotterdam) gli ha aperto gli occhi. Certo, non passa giorno in cui non senta l’irrefrenabile desiderio di afferrare il telefono e chiamare il suo compagno di palco per sapere a che punto è con il lavoro, ma le cose sembrano davvero cambiate. Rodriguez è una mente instancabile, ha mille progetti. Ammette di aver lavorato, dal 2002 al 2007, ogni giorno dalle 11 del mattino alle 2 di notte. Ora ha voglia di prendersela calma, di fermarsi ogni tanto per una pausa e di giocare con il suo cane.

“I want to share experiences, instead of controlling and owning them. […] I want to move beyond that. I’ve had 10 years of being a dictator. From 2002 to 2007, I cannot tell you how unfun it must have been to be around me. I worked from 11 in the morning until 2 in the morning, no breaks, no going out for lunch, no days off. I drove an engineer mad. Another renounced me. I understand it now. And now, I stop, I eat lunch, I play with the dog, and I get four times as much done now than when I was choking it to death. Now I come back invigorated. I’m definitely happier.”

Ancora non si conosce niente di questo nuovo disco, né i titoli delle canzoni né quando uscirà di preciso. Forse dovremo aspettare il 2011. Nel frattempo Omar estrae dal suo cilindro un progetto dopo l’altro. L’ultimo è lo sperimentalissimo Tychozorente, che potete scaricare qui.

Tychozorente
Omar Rodriguez-Lopez

Studio Album, released in 2010

Songs / Tracks Listing

1. Los Siete Sermones A Los Muertos (04:07)
2. Polaridad (04:51)
3. La Paradoja Divina (03:02)
4. Contra Suspiros (03:00)
5. El Todo (04:40)
6. Piedras Y Ansiedad (06:03)
7. El Ritual Como Fin En Si Mismo (03:01)
8. Consecuencias (03:01)

Line-up / Musicians

Ximena Sarinana Rivera – Vocals
Omar Rodriguez Lopez – Sequences,Programming, Synths, Xylophone
Elvin Estela – Programming, Additional Production, Bass
Marcel Rodriguez Lopez – Mellotron

FONTE: The Colony of Slippermen

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TRE CONSIGLI ROCK SETTEMBRINI

Pubblicato: 4 settembre 2010 da Willoworld in MUSICA
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Ma questo rock ci verrà mai a noia?
NO! Questa è la mia risposta. Anche con i riff scontati e i ritornelli ripetitivi, i con giri di basso ipnotici e le ballate pallose da spiaggia, se è fatto bene il rock è immortale.

Per questo inizio di settembre mi va di puntare il dito su tre album (due full lenght e un EP) semplicemente rock, anche se i Brad hanno reminiscenze grunge e i Dear Hunter sono in parte indie e in parte addirittura progressivi. Parentesi; i Dear Hunter rimangono una delle mie band preferite degli anni 2000!

Per gli amanti di Shawn Smith e della sua voce sofferta, tornano a distanza di otto anni i Brad con un disco registrato nel 2003. Best Friends non aggiunge nulla di nuovo a quello che la band di Seattle ha già fatto ma è comunque un buon modo per tornare indietro nel tempo.

Nel tempo ci si torna alla grande con l’ultimo dei Black Mountain, band canadese di rock -psichedelico che spacca davvero il culo. Wilderness Heart vi farà venire la voglia di mandar giù qualche pasticchina colorata, e vi troverete a danzare sul tavolo anche con delle semplicissime mentos alla fragola.

In attesa del quarto episodio della Saga-Dear Hunter (era atteso un EP invece sembra che Crescenzo e CO. siano intenzionati a fare uscire un full lenght, anche se non si sa ancora quando), la band americana rilascia un cofanetto che include i primi due dischi più un libro e un EP di inediti, The Branches EP. Anche solo per 10 minuti scarsi di nuova musica merita il download.

Insomma, un settembre all’insegna del rock, tanto per ricaricarsi un attimo…

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UN ASSAGGIO DEI NUOVI PRIMUS

Pubblicato: 11 agosto 2010 da Willoworld in MUSICA
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Volete un assaggio dei nuovi Primus?
A distanza di più di dieci anni dall’uscita del loro ultimo spettacolare Antipop (vedi articolo), la rock band più innovativa ed eccentrica degli anni ’90 è pronta a tornare. Intanto ci regala quattro pezzi scaricabili gratuitamente dal loro sito web. Non si tratta proprio di roba nuova (sono estratti dalle prove per il tour) ma è di sicuro un fresco biglietto da visita, non solo per la presenza del “nuovo-vecchio” batterista Jay Lane, ma anche per il modo in cui ci viene proposto liberamente in rete. I ragazzi (Claypool va per i 47) rullano, schiantano ed ipnotizzano come sempre. Non si parla ancora di nuovo album, solo di tour… però si sa come vanno certe cose, una tira l’altra…

PRIMUS – June 2010 Rehearsal

Track listing:

1. Pudding Time (5:04)
2. American Life ( 7:44)
3. Duchess And The Proverbial Mind Spread (4:47)
4. Harold Of The Rocks (8:43)

Total Time 26:18

Scaricalo al sito: http://www.primusville.com/

Credits

– Les Claypool / vocals and bass
– Jay Lane / drums
– Larry LaLonde / guitars

Fonte: The Colony of Slippermen

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RIVERSIDE LIVE – Tilburg 23/04/2010

Pubblicato: 24 aprile 2010 da Willoworld in MUSICA
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I polacchi Riverside si confermano anche dal vivo una delle realtà progressive più in forma degli ultimi anni. La versione più metallica dei Porcupine Tree è riuscita col tempo a consolidare il proprio sound. Anno Domini High Definition, il loro ultimo full lenght, è probabilmente il lavoro meglio riuscito.
Ieri sera allo 013 di Tilburg (Olanda), piccolo tempio del prog, c’era praticamente il tutto esaurito, cosa sorprendente se si pensa che quello stesso palco ospiterà tra qualche settimana band del calibro di Jethro Tull e Megadeth.

Riporto in questo articolo alcuni frammenti del concerto di ieri, la romantica Conceiving You, la progressiva Cybernetic Pillow e la bellissima Left Out.


(altro…)

Terzo episodio della saga fantasy-rock di GM Willo, Rock City. Il racconto è liberamente ispirato alla figura di Ian Anderson, leader dei Jethro Tull. Buona lettura.

ROCK CITY – TERZO EPISODIO: Il Pifferaio delle Steppe
di GM Willo

Oltre le montagne si trova il deserto, ed una strada lunga e polverosa che taglia in due il continente. A sud di questa la vegetazione diventa selvaggia, le strade intricate, i villaggi sporadici e pieni di misteri. Laggiù i giovani sognano Rock City, mentre i vecchi siedono sui porticati a cantare vecchi pezzi blues. Laggiù tutto ha il suo tempo, tutto scorre lento, o forse non scorre affatto… continua…

Torna Rock City, un mondo immaginario in cui si aggirano improbabili creature seventies pronte a tutto per vivere il sogno della città della musica. Il mio inseparabile compagno di avventure virtuali, Charles Huxley, ha coniato un logo apposta per questo progetto. Grazie Charles!

Entrate nel mondo di Rock City, una città fuori dallo spazio (anche se molto yenkee) e fuori dal tempo (ma è di sicuro l’era del vinile), in cui la magia, il diavolo e la musica si fondono per servirvi un delizioso spezzatino di emozioni. Buona lettura!

SECONDO EPISODIO: Il Fantasma di Penelope Pearl

I ragazzi sedevano sulle panchine del parco, quello dietro l’Agorà, il più grande dei centri musicali della Dream Records, sessantamila metri quadri di negozi di strumenti, sale di registrazione, bar, ristoranti, negozi di dischi, e poi parrucchieri, tatutatori, tabaccai e rivenditori di gadget di ogni tipo. Il tutto sorgeva intorno a due grandi palcoscenici sui quali ogni sera dava spettacolo la crema del pop di Rock City. Erano passate da poco le tre di notte e i bandoni erano ormai chiusi. Avrebbero riaperto appena sei ore dopo, perché il flusso era inarrestabile e la voglia di fare parte del grande gioco della musica non risparmiava nessuno. A quell’ora gli irriducibili rimanevano sulle panchine del parco, aggrappati all’ultima bottiglia di birra, per lasciarsi accarezzare ancora un po’ dalla notte e smaltire nella testa i fumi delle pasticche.
– Dai Alvin, raccontaci ancora della Pearl…
– Mio Dio, che schianto che era, me la sarei fatta…
– Ehi ragazzi, piano con le parole. La ragazza non era di certo una santa, ma la sua voce metteva i brividi e solo per questo non le si può mancare di rispetto, specialmente adesso che non c’è più…
– Già, è stata una perdita per tutti, soprattutto per la Dream Records…
– Che si fottino quelli della Dream Records…
– Dai Alvin, dicci come è andata…
– Cazzo, lo sai come è andata, te l’avrà raccontata almeno cento volte…
– Si, ma è sempre uno spettacolo. Dai incomincia, che la benzina è quasi finita…

Alvin si sistemò a sedere coi piedi sulla panchina e le braccia poggiate sulle ginocchia, in modo da poter guardare tutti quanti in faccia, perché quando Alvin raccontava una storia voleva entrarti dentro e farti credere a tutto, la magia, il diavolo e gli spettri del palcoscenico. Rock City era una città strana e succedeva sempre qualcosa di inspiegabile, perché nella metropoli della musica la magia esisteva per davvero, e la linea che divideva il vero dall’immaginato correva sul filo delle sostanze spacciate dagli sciamani. La storia di Penelope Pearl la conoscevano tutti in città, ma nessuno riusciva a raccontarla bene come Alvin, giovane roady al soldo della D.R. Intendiamoci, lavorare per una major era una cosa normalissima a Rock City, se si considera che più del sessanta per cento del fatturato cittadino veniva dall’industria musicale e affini. Se volevi campare, il che significava rimanere nel giro, divertirti ed assistere ogni tanto ad un bel concerto, non ti restava che mettere da parte i tuoi principi ed incassare l’assegno dei discografici. Alvin avrebbe volentieri dato fuoco a tutta la baracca, ma le cose non sarebbero cambiate e lui avrebbe sicuramente fatto una brutta fine, perché non conveniva mettersi contro le major. Per questo e per altri motivi, tanto valeva seguire il flusso e vivere il sogno.
Il silenziò calò attorno alla panchina. Il ragazzo si lasciò andare ad un lungo sorso di birra, poi scaraventò la bottiglia vuota nelle ombre del parco. La storia poteva incominciare.
– Penelope Pearl aveva mille talenti, ma io la ricorderò per sempre per queste tre cose; la voce, gli occhi e la parlantina. Erano tre abilità che si fondevano nel momento in cui voleva colpirti. Ti guardava, dal basso dei suoi centosessantuno centimetri, e potevi già dirti fottuto, perché perdersi nel verde smeraldino dei suoi occhi era come abbandonarsi ad un tuffo nel vuoto. Poi ti parlava e, a differenza di molti cantanti, che quando li senti chiacchierare ti chiedi come facciano a tirar fuori dalla gola certe note, la magia della sua voce ti arrivava dritta al cuore, proprio come quando attaccava uno di quei pezzi strappa-anima con cui usava chiudere i suoi concerti. E mentre facevi i conti con le emozioni rimescolate dal timbro di quella giovane gattina, lei t’infilzava con le parole giuste, che ti sparava addosso come una mitraglietta. (altro…)