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Il nuovo album dei Mars Volta è già pronto, mancano soltanto i testi e le linee vocali di Cedric, che per la prima volta avrà la possibilità di lavorare da solo, senza l’occhio super critico di Omar Rodriguez. Da una recente intervista a Rolling Stone, si scopre infatti che il multi-talentato chitarrista dei Mars Volta quando entra in studio diventa un vero dittatore. Ma la sua ultima esperienza come regista del film The Sentimental Engine Slayer (terzo lungometraggio di Rodriguez che ha partecipato di recente al festival di Rotterdam) gli ha aperto gli occhi. Certo, non passa giorno in cui non senta l’irrefrenabile desiderio di afferrare il telefono e chiamare il suo compagno di palco per sapere a che punto è con il lavoro, ma le cose sembrano davvero cambiate. Rodriguez è una mente instancabile, ha mille progetti. Ammette di aver lavorato, dal 2002 al 2007, ogni giorno dalle 11 del mattino alle 2 di notte. Ora ha voglia di prendersela calma, di fermarsi ogni tanto per una pausa e di giocare con il suo cane.

“I want to share experiences, instead of controlling and owning them. […] I want to move beyond that. I’ve had 10 years of being a dictator. From 2002 to 2007, I cannot tell you how unfun it must have been to be around me. I worked from 11 in the morning until 2 in the morning, no breaks, no going out for lunch, no days off. I drove an engineer mad. Another renounced me. I understand it now. And now, I stop, I eat lunch, I play with the dog, and I get four times as much done now than when I was choking it to death. Now I come back invigorated. I’m definitely happier.”

Ancora non si conosce niente di questo nuovo disco, né i titoli delle canzoni né quando uscirà di preciso. Forse dovremo aspettare il 2011. Nel frattempo Omar estrae dal suo cilindro un progetto dopo l’altro. L’ultimo è lo sperimentalissimo Tychozorente, che potete scaricare qui.

Tychozorente
Omar Rodriguez-Lopez

Studio Album, released in 2010

Songs / Tracks Listing

1. Los Siete Sermones A Los Muertos (04:07)
2. Polaridad (04:51)
3. La Paradoja Divina (03:02)
4. Contra Suspiros (03:00)
5. El Todo (04:40)
6. Piedras Y Ansiedad (06:03)
7. El Ritual Como Fin En Si Mismo (03:01)
8. Consecuencias (03:01)

Line-up / Musicians

Ximena Sarinana Rivera – Vocals
Omar Rodriguez Lopez – Sequences,Programming, Synths, Xylophone
Elvin Estela – Programming, Additional Production, Bass
Marcel Rodriguez Lopez – Mellotron

FONTE: The Colony of Slippermen

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MARS VOLTA: Tilburg, 7 Dicembre 2009

Pubblicato: 8 dicembre 2009 da Willoworld in MUSICA
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Mars Volta, Tilburg December 7, 2009

Si spengono le luci, gli sciamani si apprestano ad intonare le parole di un antico arcano, l’incantesimo di due stregoni messicani al servizio del dio del rock… o almeno è questo ciò che tutti ci si aspettano, ricordando le acrobazie di un anno fa…

Invece purtroppo il sortilegio non ha dato i risultati sperati, almeno questa volta. Ancora vivo il ricordo di quelle tre ore sparate a diritto a celebrazione di una album assurdo e bellissimo: Bedlam in Goliath. Sullo stesso palco dello 013 di Tilburg (Olanda) i ragazzi di Los Angeles ieri sera hanno suonato per appena due ore, elargendo solo raramente i brividi di quella lontana performance.

Il vero protagonista e colpevole della serata è stato il raffreddore di Cedric, che lo ha condannato a sputare, masticare mentine e bere ettolitri di tè per tutta la durata del concerto. Chi conosce questa band sa che il sortilegio può funzionare solamente se la voce di Cedric è in grado di dialogare con le corde della chitarra di Omar. I Mars Volta sono essenzialmente questo, una formidabile tenzone tra due sciamani che si combattono a suon di urla e schitarrate.

Mars Volta

Cedric e la medicina dello sciamano

Nella scaletta ridotta al minimo trovano posto alcune delle perle dell’ultimo melodioso album, come la ZeppelianaSince we’ve been wrong, l’intrigante Teflon e la potente Cotopaxi. Alla fine ci regalano anche The Widow, una mezza sorpresa dato che lo scorso anno non era in scaletta. Difficile però godersi lo spettacolo. Cedric stecca di continuo, la gola stride, abbandona i passaggi alti e quando ti lasci trascinare dalla canzone ti scopri ad impuntare i piedi e a digrignare i denti. Nel tè che gli servono di continuo sul palco ci sono sicuramente delle erbe magiche, di quelle che usano solitamente gli sciamani come loro, ma la pozione non dà i risultati sperati.

C’è solo il tempo per una fugace battuta, che personalmente ho apprezzato molto. Forse riferendosi proprio a quel raffreddore di cui era vittima, Cedric ha criticato quei volantini che sono sparsi un po’ in tutta Olanda per la prevenzione dell’influenza suina, affermando che il virus non viene dal Messico ma è molto più probabile che sia stato prodotto dagli odiati USA. Grande Cedric!!!!

Nonostante la mezza delusione per la performance, rimangono comunque dei grandissimi. Questa volta sono riuscito a immortalarli in un piccolo reportage dagli spalti. Buona visione (link).

FONTE: The Colony of Slippermen

L’ultimo decennio di questa personale classifica (a dire il vero le classifiche non sono il mio forte e non mi piacciono neppure, ma ho voluto lo stesso provarci) é forse quello piú difficile da valutare, per due motivi ben precisi. Primo perché il prog, dopo i belli episodi underground degli anni ’90, ha cominciato a fare capolino nelle charts. La crisi del disco infatti ha premiato la qualitá e rallentato le vendite dei grandi nomi. In questo modo il prog é rinato anche per il grande pubblico, e di conseguenza si sono avute negli ultimi dieci anni moltissime produzioni di qualitá (anche se forse si é risentita una carenza di creativitá). Secondo perché i miei gusti sono cambiati e ho allargato i miei ascolti, scostando l’occhio critico dal genere.

Comunque questi qui sotto sono a mio avviso gli album piú importanti degli ultimi dieci anni, estratti anno per anno.

1999: Stupid Dream – Porcupine Tree

2000: SMPTe – Transatlantic

2001: Lateralus – Tool

2002: Six degrees of inner turbulence – Dream Theater

2003: The Power to Believe – King Crimson

2004: Be – Pain of Salvation

2005: Ghost Reveries – Opeth

2006: Amputechture – The Mars Volta

2007: Act II: The Meaning Of, And All Things Regarding Ms. Leading – The Dear Hunter

2008: The Bedlam in Goliath – The Mars Volta

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Fonte: The Colony of Slippermen

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Sono usciti, non ancora ufficialmente certo, ma in rete si trovano tutti e quattro. Parlo dei più attesi album del panorama progressivo di quest’anno, anche se altri ne arriveranno dopo l’estate. Ne ho già parlato in alcuni articoli precedenti. L’euforica attesa è finita, e come succede sempre più spesso, non occorre attendere la data annunciata per ascoltare le nuove avventure dei propri paladini del rock. Qualche anno fa c’era da scandalizzarsi, oggi invece è ordinaria amministrazione, e di sicuro la migliore pubblicità per una band.

Se si leggono i commenti sui vari torrent o forum su cui è possibile scaricare gli album, ci si accorge che, almeno all’apparenza, molti utenti hanno intenzione di mettere mano al portafoglio per acquistare, una volta uscita, l’opera originale. Spesso sono gli stessi trackers che invitano gli utenti a supportare la band, andando ai concerti oppure acquistando la merchandise. Questo è quel che è, e dire se sia giusto o sbagliato è completamente irrilevante, perché esiste, funziona e la gente lo fa. Semplice.

Quindi andatevi a trovare questi quattro capolavori. Octahedron dei Mars Volta, sognante e melodico, sulla scia della vecchia The Widow per intenderci. Dopo due album devastanti come Amputhecture e Goliath, la band californiana torna con un disco struggente. Ascoltatevi  le litanie di Since We’ve Been Wrong (vedi sopra) o With Twilight As My Guide. Roba da brividi (ascolta il resto dell’album qui).

Act III: Life & Death è il terzo capitolo dell’opera rock divisa in sei parti dei Dear Hunter, band di post-hardcore con derivazioni progressive di Boston, al momento una delle mie preferite. Magnifiche le punte melodiche di pezzi come What It Means to Be Alone o di Father. Il disco, come i precedenti, ricorda un musical più che un classico concept di stampo progressivo.

Impeccabili come al solito i Dream Theater, che rischiano però di diventare prevedibili. Questo Black Clouds & Silver Linings é l’ennesimo episodio di progressive metal da catalogare. Niente di nuovo ma sempre una grande emozione per gli amanti del genere. Il pezzo più importante è sicuramente la lunghissima The Count of Tuscany, una canzone ispirata da un episodio poco piacevole avvenuto a al chitarrista Petrucci durante un soggiorno in Toscana. Più interessanti le cover in studio tra le quali spicca la magnifica Stargazer dei Rainbow.

Rimanendo nel genere con Anno Domini High Definition dei Riverside, band polacca a metà strada tra i Dream Theater e i Porcupine Tree. Splendido anche questo nuovo episodio del quale vorrei ricordare Egoist Hedonist, un pezzo potente con curiose parti di fiati ed escalations progressive.

Trovate questi quattro dischi e sparateveli nel vostro I-pod. Poi, con calma, pensate a comprarli, che alla fine dei giochi il pezzo di plastica confezionato da sempre una bella soddisfazione. Ma più importante, andateli a vedere se passano dalla vostra città. Sicuramente il miglior modo per apprezzarli e gratificarli.

Buon ascolto!

FONTE: The Colony of Slippermen