
É una questione di scelta. Io sono un cuoco, un amante della buona cucina e comprendo benissimo il desiderio di abbandonarsi ad un bel piatto di carne. La festa delle papille gustative su un pezzo di bistecca al sangue, il profumo di un’arrosto di maiale con le patate, oppure la delicatezza di un bel pezzo d’agnello. Tutte cose magnifiche…
Peró… come ho detto, é una questione di scelta. Un po’ come decidere se abbandorsi a una scopata occasionale, mettendo a repentaglio l’amore della tua vita. L’industria della carne é un qualcosa di criminoso. Il modo in cui gli animali vengono trattati é immorale. A mio parere questo allevamento sfrenato e incontrollato compromette ogni componente energetica del piatto. La bistecca di un bovino che ha vissuto un’esistenza indegna é “cibo negativo”.
Fino a quando non ci saranno delle leggi che regoleranno e supervisioneranno l’industria della carne, io continueró a boicottarla. Se come conseguenza a queste leggi il prezzo della carne quadruplicherá, non ci vedrei niente di male, dato che comunque non si dovrebbe mangiare carne piú di una o al massimo due volte a settimana.
Comunque, per chi invece non gliene frega niente tutto questo, consiglio di andarsi a iscrivere a questa associazione (che é davvero allucinante!). Il resto é cosa risaputa…
20/03/2008
Ogni anno con l’avvicinarsi delle festività pasquali si è costretti ad assistere all’uccisione di centinaia di migliaia tra agnelli e capretti, sacrificati in nome di una tradizione che li vede vittime di suntuosi pasti organizzati per celebrare la ricorrenza.
E’ proprio durante questo periodo infatti, che si verifica il maggior incremento nella macellazione di ovini e caprini, agnelli primi fra tutti.
Secondo l’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), durante la Pasqua dello scorso anno (aprile 2007), sono stati macellati 536.228 agnelli, 72.294 agnelloni, e 137 castrati. Il numero di capretti e caprettoni macellati nell’aprile del 2007 è stato di 56.733 animali, per un totale di 696.035 tra ovini e caprini.
Sempre secondo i dati Istat in tutto il 2007 sono stati macellati 5.320.599 agnelli, 590.843 agnelloni e 293.397 capretti e caprettoni, per un totale di 6.882.887 animali, tra ovini e caprini, mentre nei mesi compresi tra gennaio e settembre del 2007 si è registrato un aumento nell’importazione di animali vivi: + 5,3% di ovini e un allarmante + 49,4% di caprini nei mesi da gennaio a settembre 2007, rispetto all’anno precedente.
La LAV fa appello ai consumatori affinché non si facciano complici di questo sterminio, preferendo per la tavola della festa un menu alternativo, scelta etica e morale, privo di ingredienti di origine animale, e proprio per questo ancor più sano e gustoso. Sono molte le pietanze con le quali ci si può sbizzarrire senza la necessità di uccidere degli animali, in questo modo le festività potranno essere ancora più serene.
Sul suo sito la LAV propone gustose ricette per un menu di Pasqua vegetariano, oltre ad informazioni e consigli per coloro che decidano di avvicinarsi a questa scelta alimentare, completa dal punto di vista nutrizionale. E’ stato ormai accertato che il consumo di carne e grassi animali può causare, direttamente o indirettamente, numerose malattie (alcuni tipi di cancro, patologie cardiocircolatorie, ecc.), ecco perché l’alimentazione vegetariana è adatta a tutte le fasce di età e attività. Chi sceglie un’alimentazione vegetariana – il 9,5% degli italiani, secondo l’ultimo censimento AC Nielsen – inoltre, ogni anno risparmia torture e morte almeno a 20 animali, guadagnandoci anche in salute.
La carne che finisce sulle tavole dei consumatori, infine, è sempre più frequentemente frutto di furti e/o macellazioni clandestine, come riferiscono le cronache giudiziarie, con animali importati in maniera non regolare, feriti, esausti. Ancor più in questo periodo, come testimoniano le recenti notizie di cronaca relative a furti di agnelli o sequestri di animali importati irregolarmente.
Gran parte degli agnelli e dei capretti che giungono in Italia, infatti, provengono da paesi dell’Est Europa (soprattutto da Ungheria, Romania e Polonia), trasportati in condizioni precarie, senza cibo, acqua, senza la possibilità di muoversi regolarmente, costretti in spazi minuscoli per lunghissime tratte che non prevedono soste. Animali importati in numeri molto superiori al fabbisogno, a prezzi tali all’origine (un euro al chilogrammo) da giustificare il rischio d’invenduto, se consideriamo che al consumatore vengono rivenduti a cifre che oscillano tra gli 8 e i 13 euro al chilo.
Per approfondimenti: Vegetarismo
FONTE: Infolav