
Due nuove pubblicazioni della Edizioni Willoworld. La raccolta di racconti di Jack Lombroso, intrigante personaggio della Giostra di Dante, e un portfolio di elaborazioni grafiche di Valentino Vannozzi.
JACK LOMBROSO
Jack Lombroso nasce il 25 dicembre del 1948. Non è un Natale come gli altri. Perché quando nasce un personaggio del genere, non esistono giorni sacri, cerimonie religiose e profumi d’incenso. Esiste solo il dolore di una donna dilaniata dalle doglie, e le urla di una creatura che non ha mai chiesto di venire alla luce.
Non so se la descrizione può calzare. Non so niente di Jack. Può darsi che non esista nemmeno. So solo che da qualche giorno mi arrivano dei manoscritti firmati a suo nome. Sono fogliacci scritti a macchina oppure a mano, alcuni sgualciti, altri sporchi (e potrei facilmente intuire da dove provengono quelle piccole macchie rosse). Su di se ha rivelato poco o niente. Il suo nome (sicuramente falso, come falsa sarà la sua data di nascita), e un paio di indicazioni riguardo a certi lavori pubblicati negli anni ’70, riviste underground, movimenti sperimentali, sottoculture sfuggenti dilaniate dai fumi dell’LSD. Insieme alle pagine ha aggiunto la sua foto. Una scheda segnaletica.
Uno scherzo di dubbio gusto, o la migliore rappresentazione di se stesso?
Raptus Interruptus e altri schizzi di quotidianità è il primo libro di Jack Lombroso edito dalla Edizioni Willoworld. Raccoglie i racconti pervenuti alla Giostra di Dante negli ultimi sei mesi.
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LA NUMERO CENTOTRE
Poche mosse e il lavoro è finito. Torna a casa guidando piano.
Entra e si toglie le scarpe. Gira lento per la stanza guardando con attenzione i libri che tiene sugli scaffali. Sfoglia le pagine di una raccolta di poesie di Garcia Lorca.
Piega l’angolo della pagina quando ne incontra una che gli piace. Sa che difficilmente riaprirà quel libro, eppure segna ogni poesia che trova bella. Sulla pianta grassa che tiene vicino alla finestra è spuntato un piccolo fiore. Viola.
Legge distrattamente la posta, mentre sorseggia la birra che ha tirato fuori dal frigo una decina di minuti prima. Non l’ama troppo fredda.
Mentre la vasca si riempie finisce la birra e ne stappa un’altra.
Un grammo chiuso tutto dentro una cartina allevierà i suoi pensieri.
Acqua calda, quasi bollente. Una soffice schiuma bianca lo avvolge.
La birra rimane appoggiata sul bordo della vasca mentre lui scivola lento in un magnifico torpore.
Accappatoio legato lente. La musica è bassa: un notturno di Chopin. La candela brucia solitaria schiarendo appena la stanza, mentre un aroma di rosa si sparge nell’aria dal bastoncino d’incenso.
Relax. Non serve altro adesso.
Fino a domani mattina nessuno scoprirà il corpo di Teresa.
Nessuno troverà la bionda chioma imbrattata di rosso, la gola aperta come un secondo sorriso.
Il corpo bianco dalle forme sensuali, steso sul letto ricoperto di seta.
Fuori la pioggia accompagna Chopin. Terza birra, Secondo grammo.
Relax. Non serve altro dopo un lavoro ben fatto.
Le suole di gomma non hanno fatto rumore. La serratura ha ceduto dopo il primo tentativo. Teresa neanche si è accorta di cosa le ha tolto la vita. La lama affilata è corsa veloce tagliando la pelle, arrivando alla carne, superandola, mentre tranciava le vene.
Subito il sangue ha zampillato veloce, caldo aroma che buca il cervello, che riscalda i pensieri.
Le strade erano deserte a quell’ora, mentre la città dorme sotto i lenzuoli caldi, al sicuro nelle tane di cemento. La luna si rifletteva sull’asfalto bagnato, intanto un cane ululava lontano.
Teresa ora dorme, dormirà per sempre. Vittima numero centotre del repertorio di un professionista. Domani qualcuno piangerà ma a lui non interessa. Domani sarà il suo giorno di riposo.
La pioggia continua a battere sul vetro. Il rumore lo rilassa, accompagna lento il chiudersi degli occhi. Scivola in un sonno dolce mentre si allunga sul divano.
Chopin continua a suonare.
Tratto da Raptus Interruptus.

ELABORAZIONI di Valentino Vannozzi
I lavori digitali di V.V. sono delle vere e proprie “storie di un immagine”. Li ho usati spesso per buttare giù dei racconti. In verità non c’è mai stato bisogno di attingere alla propria immaginazione, perché i suoi soggetti, avviluppati da inafferrabili cromatismi, raccontano già tutto. V.V. ricerca un “mood” onirico, quasi esoterico. Visionare i suoi lavori è un po’ come sbirciare dal buco della serratura dell’anticamera dell’inferno. Il circo delle serpi, dei demoni e delle belle donne.
GM Willo
Standard Portrait, 84 pagine. Euro 26,95
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